Nel covo di Messina Denaro c’erano vestiti di lusso e profilattici. Il boss ora al 41 bis in una cella di 10 metri quadri
Il giorno dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, il super boss di Cosa nostra, è stato ricco di colpi di scena e di ulteriori dettagli sulla cattura del boss ricercato dal 1993. La prima notizia del giorno è stato il ritrovamento dell’ultimo covo di Denaro: a Campobello di Mazzara, nel Trapanese. Gli investigatori hanno perquisito il covo di Denaro, secondo le prime indiscrezioni utilizzato sicuramente nell’ultimo anno e con più costanza negli ultimi sei mesi, e hanno trovato alcuni beni di lusso, vestiti griffati, degli scontrini di ristoranti, un frigorifero pieno di cibo, pillole per potenziare le prestazioni sessuali e dei profilattici.
L’abitazione risultava essere intestata al famoso Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità a Denaro. Il condizionale è stato smentito da Bonafede stesso nelle ultime ore. Bonafede, indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento aggravato, sta parlando con i magistrati della DDA e ha dichiarato: “Ho comprato la casa covo di Matteo Messina Denaro con i suoi soldi”.
Il primo fiancheggiatore, dunque, gli inquirenti l’avrebbero già trovato. Un secondo, secondo gli inquirenti, potrebbe essere il medico Alfonso Tumbarello che curava Denaro come medico di base. Negli anni ha ricevuto nel suo studio Denaro e ha consigliato a lui le visite specialistiche e le cure da fare per curare il suo cancro. Il dottore, candidato alle regionali del 2006 con Cuffaro in Sicilia, aveva due pazienti che rispondevano allo stesso nome: il vero Bonafede e quello falso, ovvero Denaro.
La giornata, che continua ancora con perquisizioni e interrogatori, è continuata con la firma del 41 bis per Matteo Messina Denaro da parte del ministro della giustizia Carlo Nordio. Denaro, dunque, dalla scorsa notte è dentro il carcere di massima sicurezza dell’Aquila. Probabilmente si trova al piano terra del carcere, area dedicata ai detenuti considerati più pericolosi. Una cella di 10 metri quadri con un letto, un gabinetto e una televisione. Una telecamera registra tutti i minuti e ogni movimento del boss. Comincia oggi la vita di reclusione e isolamento di uno degli ultimi boss storici della mafia siciliana.