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Morvillo, fratello di Francesca, contro Maria Falcone: “Stop agli impresentabili, basta passerelle”

Fra le assenze di peso alla commemorazione pubblica a Palermo per la strage di Capaci, che 31 anni fa uccise il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, c’è stata sicuramente quella di Alfredo Morvillo, magistrato in pensione e fratello di Francesca, magistrato e moglie di Falcone uccisa con lui il 23 maggio 1992. 

Morvilo, in una lettera a Repubblica, ha annunciato che non avrebbe partecipato alle manifestazioni in programma oggi a Palermo per una sua coerenza. Il fratello di Francesca, infatti, contesta la partecipazione di personalità politiche che “non tifano per l’antimafia”. Quella classe dirigente, secondo Morvillo, “non tralascia occasione per propagandare la convivenza politico-sociale con ambienti notoriamente in odore di mafia”. Per il magistrato, poi, “non si può ritenere che la mafia costituisca solo un problema di repressione. Ma è altresì un modello culturale, è un modo di vivere”. 

In opposizione a questa visione c’è la posizione di Maria Falcone, sorella di Giovanni, presidente della Fondazione Falcone che ogni anno organizza una grande cerimonia a Palermo per ricordare il fratello e le vittime delle stragi mafiose. Per Falcone è “davvero tempo di ponti, di mettere alla prova dei fatti tutti coloro che abbiano voglia di cambiare il panorama culturale, di coloro che si dimostrano davvero capaci di andare oltre la testimonianza secondo le commemorazioni comandate, di credere di più, soprattutto adesso, nelle scuole quali primarie sedi della cultura dell’impegno e noi, appartenenti alle generazioni più adulte, dobbiamo essere d’esempio. Dobbiamo continuare a costruire insieme laddove altri non immaginavano, così come hanno fatto Giovanni e Paolo Borsellino”.

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