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Morte Berlusconi, titolo choc del Fatto di Travaglio: “L’ultimo giudice”

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Berlusconi nella sua vita è stato sempre divisivo. Un personaggio da amare o da odiare: le sfumature non erano previste. Anche dopo la sua morte, Berlusconi continua a rappresentare una delle personalità politiche che ha più polarizzato l’opinione pubblica, la stampa e il sistema politico italiano. Il Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio (storico avversario politico del Cavaliere), ha titolato in maniera morto forte. Con una foto di Berlusconi di spalle, il titolo grande di apertura del sito del giornale è: “L’ultimo giudice”. Il quotidiano di Travaglio, dunque, continua a sostenere una posizione molto negativa e contraria alla figura di Berlusconi.

Il titolo che annuncia la sua morte non parla solamente della fine di un’epoca, come tutti i giornali fanno, ma va oltre. “Silvio Berlusconi è morto – Primo dei populisti, recordman di inchieste dalla corruzione alla mafia, mago della comunicazione. Un primo (molto parziale) ritratto dell’imprenditore che si inventò politico”.

Il Fatto Quotidiano, giornale nato nel 2009, era nato proprio in opposizione al potere mediatico di Berlusconi. Nel primo editoriale del giornale, l’allora direttore Antonio Padellaro rispondeva a una domanda: quale sarà la vostra linea editoriale? A chi farete opposizione? “A Berlusconi, certo, perché ha ridotto una grande democrazia in un sultanato degradante. Ma non faremo sconti ai dirigenti del Pd e della multiforme sinistra che in tutti questi anni non sono riusciti a costruire uno straccio di alternativa”. 

Anche oggi, dunque, per annunciare la sua morte il Fatto continua con un giudizio molto netto sulla figura di Berlusconi. “Forse Silvio Berlusconi è stato il vero innovatore di una delle poche cose che non ha mai detto di voler innovare: è stato il primo dei populisti, categoria che venticinque anni dopo la discesa in campo mediante videocassetta da Arcore ha permeato la politica in tutto il globo. Dei leader populisti, oggi detti sovranisti, ha anticipato diverse caratteristiche. È stato molto amato sì, ma anche molto detestato. Investito dal favore elettorale sì, ma anche insofferente verso i meccanismi che in democrazia bilanciano i poteri. Di fronte alle gaffe e alle sparate di Donald Trump ci viene da pensare: Di che vi stupite? Noi ci siamo già passati parecchio tempo fa”, si legge nel pezzo di apertura del Fatto firmato da Mario Portanova. 

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