Mimmo Guerra: “I mali e i malanni del Carnevale di Manfredonia”

I MALI E I MALANNI DEL CARNEVALE DI MANFREDONIA
Spesse volte, soprattutto quando è aria di Carnevale, capita che la gente per strada conoscendo la passione dei vari Carnevalari nostrani, li fermino per strada e gli chiedano come ogni anno .. Meh, quest’ann cà da fè a Carnevèle ?
E come per altri, anche a me accade di dover dare una risposta a questa domanda.
E il più delle volte ed in base all’interlucutore, essa si riduce ad un semplice si o ad un no seguito da poche frasi di circostanza.
Quelle che non mancano mai in questi brevi e fugaci scambi di battute sono le solite pene che ogni anno che arriva si hanno nell’intraprendere quella nuova impresa.
È raro che qualcuno da semplice amante del Carnevale, ti chieda di approfondire il tema e soprattutto riesca a conprendere appieno tutte le difficoltà, tutte le motivazioni, tutta la passione e ahimè, tutti i rimpianti che un Carnevalaro di lunga data porta con sé, poiché solo lui e non altri, sa bene quanti e quali sono i veri mali e i malanni che da sempre incombono sul nostro Carnevale.
Capita anche a volte di poter dibattere e conversare con degli autentici conoscitori ed estimatori di questo evento e che in un passato più o meno recente lo hanno interpretato e vissuto da protagonista.
Ma anche in quel caso, viene facile che la conversazione sconfini nei ricordi degli anni più belli del Carnevale, finendo così per col perdere di vista la realtà e l’attualità dei problemi che affliggono il Carnevale.
E così, vista anche l’atavica mancanza di ascolto e confronto con chi il Carnevale “lo decide”, non resta che provate a fare un piccolo promemoria di errori e mancanze della politica e che in questi lunghi 70 anni di storia, hanno finito con il determinare lo stato attuale in cui oggi versa il nostro Carnevale.
E perché non iniziare col dire anche che all’epoca, quella di collocare in quel sito i capannoni destinati alla costruzione dei carri allegorici, fu una scelta sbagliata e che gli stessi capannoni, se invece individuati nella cerchia della città, (ad esempio l’area dell’ex Consorzio Agrario) avrebbe favorito il raggiungimento, anche a piedi, di eventuali amatori o appassionati e futuri apprendisti, assicurando così il ricambio generazionale ?
E perché non dire anche che l’attuale sito dei capannoni presso l’ex Ajinomoto, è interessato, spesse volte da aria insalubre e nauseabonda proveniente sia dal vicino depuratore, che dall’attigua attività di trattamento di rifiuti di vario genere ?
Perché non ammettere che nel corso degli anni le scelte della politica riguardanti le sorti del nostro Carnevale, il più delle volte sono state disastrose e frutto, quasi sempre di improvvisazione ?
Perché non dire che per troppi anni il Carnevale è stato considerato dalla politica come un’inutile incombenza da sbrigare quanto più in fretta possibile e da dimenticare fino a pochi giorni prima dell’edizione successiva ?
Perché non ammettere che per lungo tempo la mancanza di senso di programmazione e lungimiranza sono state le cause del declino della nostra manifestazione a vantaggiosi di altre realtà regionali ?
A quando un confronto serio e costruttivo tra la politica ed operatori del Carnevale per comprendere se per davvero esiste ancora la volontà di assicurare un futuro efficace e moderno a questo evento ?
A quando finalmente la presa di coscenza “vera” e non solo annunciata, che se trattato in maniera adeguata, l’evento Carnevale, oltre ad interessare la sfera socio-culturale, investe soprattutto (ed è quello che conta), l’aspetto turistico (tanto evocato) ed economico della città ?
A quando la presa di coscienza anche da parte della politica, che insieme alla sfilata dei Bambini e dei carri, anche i gruppi mascherati rappresentano una specificità del nostro Carnevale e che per la loro qualità ed allegria si distinguono da tutti gli altri gruppi mascherati d’italia ?
A quando la determinazione che solo assicurando dei laboratori permanenti come accade per i carri anche alle associazioni dei gruppi si potrà dare seguito a questa eccellenza ?
E ancora, a quando la sempre aspicata creazione di un museo del Carnevale ed in cui custodire i costumi, la cartapesta, le opere e le memorie del Carnevale ed in cui promuovere con corsi d’insegnamento l’arte del nostro Carnevale ?
A quando la creazione di una Fondazione del Carnevale composta da donne e uomini competenti e che tenga pienamente conto delle associazioni delle varie categorie commerciali e produttive della città, oltre che degli operatori del Carnevale (Carristi, Gruppisti ecc) ?
A quando la convocazione da parte della politica degli stati generali del Carnevale di Manfredonia ?
Gli interrogativi potrebbero continuare ancora e ancora, ma è del tutto inutile porre delle domande se poi anche questa nuova amministrazione cittadina non fosse in grado di dare risposte efficaci a tutti i malanni del Carnevale, perché in questo caso sarebbe un’altra brutta mazzata, assai peggio della “punture” capitata a Ze Pèppe e di certo deleteria per tutto quel che resta del nostro glorioso Carnevale.
Lo ha scritto su Facebook uno storico del Carnevale di Manfredonia come Mimmo Guerra