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Marina Berlusconi parla e attacca i magistrati: “Su mio padre ancora fango, perseguitato anche da morto”

Marina Berlusconi, prima figlia di Silvio Berlusconi, ha rotto il suo tradizionale riserbo e questa mattina ha scritto al quotidiano Il Giornale una lettera molto critica contro chi continua ad attaccare suo padre, Silvio Berlusconi, morto da qualche settimana. Il focus della critica è sicuramente contro una certa magistratura e una certa stampa che, secondo la figlia prediletta dell’ex Cavaliere, continua imperterrita a montare castelli di sabbia giudiziari. 

“Silvio Berlusconi perseguitato anche da morto con l’accusa più delirante, quella di mafiosità”, denuncia Marina. “Una parte della magistratura è un soggetto politico, teso solo a infangare gli avversarsi”. 

Secondo la primogenita di Berlusconi, dunque, c’è ancora un clima di contrapposizione politica molto forte, nonostante la morte dell’ex fondatore di Forza Italia. Marina nella lettera è molto critica con la decisione della perquisizione all’ex senatore Marcello Dell’Utri su mandato dei procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli in relazione a un presunto ruolo di mandante esterno delle stragi del 1993 e del 1994. “Caro direttore, ma la Guerra dei trent’anni non doveva finire con Silvio Berlusconi? Dopo di lui, il tema giustizia non doveva tornare nei binari della normalità? No, purtroppo non è così. Ha aspettato giusto un mese dalla sua scomparsa, la Procura di Firenze, per riprendere imperterrita la caccia a Berlusconi, con l’accusa più delirante, quella di mafiosità”.

“La scomparsa di mio padre non ha mutato nulla. Dopo oltre vent’anni di inchieste, dopo una mezza dozzina di indagini chiuse su richiesta degli stessi pubblici ministeri perché non c’era – non poteva esserci – alcun elemento di prova, e subito riaperte in modo da dilatare strumentalmente qualsiasi termine di scadenza, dopo che iconti della Fininvest sono stati passati per anni al setaccio senza risultato, ci sono ancora pm e giornalisti che insistono nella tesi, assurda, illogica, molto più che infamante, secondo cui mio padre sarebbe il mandante delle stragi mafiose del 1993-94. È qualcosa di talmente enorme che fatico perfino a scriverlo. Ma davvero qualcuno può credere che Silvio Berlusconi abbia ordinato a Cosa Nostra di scatenare morte e distruzione per agevolare la sua discesa in campo del gennaio 1994? Ed è credibile, poi, che abbia costruito una delle principali imprese del Paese utilizzando capitali mafiosi?”, domanda Marina rammendano “l’orrore per ogni forma di violenza” e “la profonda considerazione per ogni singola persona” del padre e citando “le leggi contro la criminalità organizzata varate dai governi Berlusconi”. 

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