Manfredonia, una storia in ricordo di mio padre (1950)

Manfredonia, una storia in ricordo di mio padre (1950)
Manfredonia – SI accasciò sulla prua con il corpo ghiacciato: neanche il sole di luglio lo scaldava ! Sentiva un dolore e un liquido molle che gorgogliava e batteva alle spalle ininterrottamente.Due anziani di bordo mangiavano fette di pane freddo col provolone,uno di loro chiese:– Lili se hai fame qui c’è la tua porzione – Con lo sguardo inerme di sudore che gli colava sulla fronte, non rispondeva; annaspava la vita nella malattia, debole.
Allineati in direzione del castello; al largo della vecchia Vieste, Vincenzo , l’anziano di bordo lo accudiva con una bottiglia d’acqua, lo faceva bere.
Nel pomeriggio gli venne una febbre altissima che fece temere per la sua salute, tanto da decidersi di riportarlo indietro per mare a Manfredonia!Ormeggiarono la barca, l’afferrarono e lentamente lo portarono a casa, con fatica lo misero a letto, la moglie guardava spaventata la sua faccia stanca e segnata dal pallore. Ignari della gravita delle febbre passò tutta la notte ,con cure di medicinali a portata di mano ! La sua voce un lamento fievole che chiedeva aiuto.più in quel letto con poche speranze e poca luce. Sentì la diagnosi “Una forte pleurite essudativa”: “– Suo marito potrà ritornare a lavorare ,guarirà ! Ci vorrà del tempo con le cure,ma deve anche mangiare !.
Era pasqua e il dottor Vincitorio passando da quella via chiese a mia madre: Signora poi suo marito è morto? – Dottore venga con me – Lo portò in casa ,dove vide mio padre sano e salvo:- Gesù mio! Si commosse lo vide in salute, con un vestito elegante! Era ritornato a pescare dopo un anno dall’ultimo sole, finalmente a vivere.
di Claudio Castriotta
