Manfredonia fa canestro! Con la Tucson Angel. L’intervista ai protagonisti

Nonostante I sipontini non siano particolarmente avvezzi a seguire la cestistica, la Tucson Angel regala grandi emozioni. La società nacque nel 2002 ed è stata dedicata a Giuseppe Angel, giovane cestista garganico venuto a mancare nel 2000 a causa di una malattia. Il settore giovanile non era fiorente, così nel 2002 si optò per instaurare la categoria junior. Oggi milita nella 1ª Divisione Regionale ed il progetto promosso per i più giovani è tuttora vigente. Mister Gianpio Ciociola ed il playmaker Federico Ciociola (2007) raccontano il loro modo di vivere questa realtà.
Gianpio Ciociola: “A Manfredonia non abbiamo una cultura promotrice di questo sport, però molti ragazzi locali stanno andando avanti e sono tesserati con squadre di un certo calibro, ovviamente noi stiamo cercando di portare avanti il nostro progetto, trainando l’ambiente sipontino verso la crescita che merita. Qui in provincia, siamo famosi grazie a San Severo e Lucera, facenti parte delle categorie professionistiche più alte. Abbiamo avuto l’anno scorso, però, delle belle soddisfazioni con gli under 15, vincendo un titolo regionale durante gli spareggi per la finale nazionale, sfidando colossi del basket come Virtus Bologna, Jesi e Cantù. Già dalla tenera età insegniamo ragazzi ai l’importanza della , a prescindere dal palleggio e dalla corsa, una testa pensante possiede mezzo talento, la tecnica ed il fisico fanno il resto. Il basket, rispetto agli altri sport, insegna ai giovani maggiore sacrificio e dedizione. Il COVID ci ha tagliato le gambe, inutile nasconderlo. Eravamo una bella realtà senior, avevamo raggiunto in play off per andare in B ed il tutto si è trasformato in un nulla di fatto, anche i sostegni economici dimezzarono e l’unica soluzione, dopo un po’ di tempo, è stato rimboccarci le maniche. Una questione che mi preme maggiormente è la questione palazzetto; il Paladante, per quanto possa essere ospitale, non è sufficientemente capiente e per avvicinare maggiormente gli spettatori serve il giusto spazio, soprattutto per una questione di sicurezza e protocollo. Ho iniziato ad allenare a 20 anni, quest’anno non mi è stata offerta un’area tecnica di livello superiore, sono orgoglioso di aver intrapreso questo percorso con mia moglie Loredana, presidentessa e preparatrice nazionale. A prescindere dall’aspetto sportivo, spero di allenare di futuri grandi uomini”.

Federico Ciociola, giovanissima guardia, (2007), appare timido e di poche parole: “Gioco a basket dalla prima elementare, per me non è stato facile congiungere la scuola con lo studio, però i prof si sono sempre interessati del mio rendimento in campo e questo mi fa piacere, tra l’altro non ho mai sottovalutato l’importanza della formazione culturale. Una partita che non dimenticherò mai? Il primo anno in serie D, il ritorno a Trani, è stata una bella rivincita visto che qui a Manfredonia vinsero sonoramente, in quell’occasione dedicai il canestro a mio fratello Michele, è tutto per me. Un compagno a cui voglio particolarmente bene è il playmaker Pietro Basta. Banalmente, credo che il problema fondamentale per la pallacanestro sia la cultura generale, per strada non trovi campi da basket e di conseguenza i ragazzi sono più propensi a far gol. Nessun ringraziamento consueto (sorride in maniera schiva, ndr)”.

Interviste di Michela Rinaldi