Sport Italia

Manfredonia Calcio, “Ci vuole fegato”

Ci vuole fegato,
Domenica 29 Aprile 2018 son tornato allo stadio Miramare dopo tante settimane di assenza forzata (l’unico modo per dimostrare ancora dignità).
I tifosi organizzati della gradinata hanno chiesto un ultimo sforzo, l’ultimo atto di un campionato che si fa fatica a definire diversamente da una “presa in giro”, l’ennesima ma la più clamorosa e sfacciata. Il richiamo dei ragazzi della gradinata aveva un doppio scopo, “vomitare” addosso al responsabile ( e complici) del tracollo della locale squadra di calcio tutto il proprio sdegno ed insieme dimostrare a tutti, forse anche a noi stessi, di quanto amore sia capace di dare questa gente, di quanta dignità, attaccamento e amore ci sia in questa tifoseria troppo spesso bistrattata.
Poco dopo le 15 la partita Manfredonia-Cavese ha inizio, i ragazzi sono lì, ognuno con i suoi sacrifici affettivi, economici, familiari e Dio sa cos’altro….ma sono lì e non sono pochi. Io sono in mezzo a loro con una bandierina biancoazzurra tra le mani, stranamente carico a dispetto delle circostanze ma ancora inconsapevole di quello a cui stavo per assistere anzi di quello che stavo per vivere. Passano i minuti ed è sempre più bello, si canta, si canta a squarciagola si canta tutti, cori di scherno e contestazione nei confronti della società alternati al sostegno alla squadra a quella maglia che ci fa battere i cuori inesorabilmente, goliardia e passione.
Niente…il tempo passa e questa massa di gente non smette di trasudare passione, non ho più vent’anni , mi guardo attorno e vedo ragazzini e meno giovani tutti allo stesso ritmo. E’ incredibilmente bello. La partita è agli sgoccioli, il sole del golfo ci ha illuminati per tutta la durata e in molti sono stremati, il” tamburista” ha le mani che sanguinano, molti ragazzi sono in lacrime, cazzo sto piangendo anche io ma non smettiamo di cantare.
Si può piangere di gioia, di dolore, di rabbia o di rammarico ma queste no, queste sono lacrime d’orgoglio, lacrime di gente che non si è arresa di gente che sa di meritare e valere molto di più di chi ci ha ridotti in queste condizioni. Con gli occhi ancora lucidi sentivo crescere in me la convinzione che stava germogliando tra la mia gente qualcosa d’importante, la fame di fare grandi cose nel nome della squadra della propria città. Ora questo germoglio deve crescere, serve entusiasmo serve che chi ha mortificato 85 anni di storia tolga il disturbo e lo faccia subito. In giro sento voci di una possibile nuova cordata che potrebbe far rinascere il Manfredonia. Voglio fortemente e lo vogliono tutti i tifosi di questa piazza, che questa speranza diventi realtà. Il Donia ha bisogno di una Presidenza credibile, di una società solida e ambiziosa, di progettualità .
La tifoseria sipontina vuole sentirsi rappresentata da persone che lo meritano. Ci vuole fegato per amare chi ti fa soffrire ma noi siam fatti così, dopo questa domenica NOI possiamo tutto.
Tifoso Anonimo

 

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