Liliana Segre invita Chiara Ferragni al Memoriale della Shoah di Milano
La richiesta e l’invito arrivano direttamente da Liliana Segre, Senatrice a vita e instancabile testimone dell’orrore di Auschwitz. La destinataria è Chiara Ferragni, la famosa influencer italiana. Ieri, a margine della visita della Segre al Binario 21, un simbolo della città di Milano da dove partivano i vagoni blindati carichi di ebrei pronti per la deportazione, la Senatrice a vita ha dichiarato che vorrebbe incontrare la Ferragni e invitarla proprio al Memoriale sotto la Stazione Centrale.
“Mi piacerebbe molto incontrare Chiara Ferragni e invitarla a visitare con me il Memoriale della Shoah di Milano”, ha dichiarato Liliana Segre. L’idea, considerato l’impatto mediato e la forza d’opinione della Ferragni, è quella di far conoscere – attraverso i suoi social – un pezzo di storia del nostro Paese ancora così doloroso. “La conosco, so che vive a Milano e so quello che fa. Ho visto che si è impegnata col marito su diversi temi di importanza sociale, è sicuramente una donna attenta anche a argomenti diversi da quelli che riguardano il suo lavoro legato alla moda. Quindi, perché no? Sarebbe interessante conoscerla e poter venire magari insieme qui, davanti a questa grande scritta “Indifferenza” che io ho voluto fosse messa all’ingresso del memoriale proprio perché è questo oggi il problema da risolvere”
Liliana Segre, a 91 anni, ha vissuto una vita segnata dall’esperienza del campo di concentramento. Dopo anni di testimonianze e riflessioni, nel 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha nominata Senatrice a Vita. In quel suo ruolo continua ad onorare la Repubblica, raccontando e mantenendo vivo il ricordo della memoria. L’idea dell’invito a Chiara Ferragni segue questo instancabile impegno di far arrivare a tutti, soprattutto ai più giovani, le tracce di questa storia.
“Se Chiara Ferragni venisse qui con me, molti adolescenti si interesserebbero a questo argomento e verrebbero qui a vedere quel che è successo a me e a tanti altri, fra cui i tanti che non sono mai tornati dal viaggio verso l’orrore. Quando lei leggerà questo invito, se ne avrà voglia, sarò contenta di poterle raccontare e spiegare perché è nato il Memoriale della Shoah e che significato ha per la città di Milano e per l’Italia intera, per le future generazioni soprattutto”, la conclusione.