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Le cose che restano: questa sera il grande film ricordo su Ezio Bosso

Ezio Bosso riusciva ad essere incanto, tenerezza, meraviglia. Il pianista torinese, scomparso 14 maggio del 2020, ha vissuto una vita per la musica, per il suo pianoforte che ha suonato fino all’ultimo istante della sua vita. Si era avvicinato alla musica all’età di quattro anni, grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. Nel tempo, il suo talento aveva raggiunto il cuore di molti. La sua grande passione per la musica, che Ezio Bosso ha servito prima con i tasti del suo pianoforte e poi dirigendo molte orchestre, è stata riconosciuta negli ultimi anni per la sua capacità di aggregare, di creare comunità, di avvicinare i più giovani all’arte della musica. 

Per Ezio Bosso la musica era come la vita, la “si può fare in un solo modo: insieme”. Dunque, la musica come linguaggio universale, capace di unire mondi, popoli, culture, persone. Una volta ha dichiarato che la musica aveva uno stretto legame con il tempo, che è un pozzo nero. “E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. La musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più”. 

Con la sua musica ha allargato il tempo, facendolo vivere più a lungo. Per ricordare il Maestro Ezio Bosso, questa sera Rai3 alle 21.20 presenta in anteprima tv un documentario molto intenso: “Ezio Bosso. Le cose che restano”, presentato fuori concorso alla 78esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il regista, Giorgio Verdelli, ha definito il film una presenza, non un ricordo. 

Nel lungometraggio, grazie alla musica e alle parole, amici, colleghi e testimoni raccontano la storia umana e artistica del grande compositore. A presentare il film sarà Sigfrido Ranucci, conduttore di Report. “La storia di un grande musicista e un grande uomo”, ha commentato il giornalista. “Uno dei suoi messaggi era questo: la musica ti costringe a mettere da parte il tempo. Ti costringe a fermarti perché ti insegna ad ascoltare”. 

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