Attualità Capitanata

“La poesia sul tricolore che i nostri bisnonni imparavano a scuola”

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Oggi, 7 gennaio, è il ‘compleanno’ della bandiera italiana che compie ben 222 anni. Nata nel 1797, fu adottata ufficialmente il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia. Inizialmente aveva le bande orizzontali e, dopo qualche variazione avvenuta nel corso di questi due secoli, assunse l’aspetto attuale con la nascita della Repubblica nel 1946 e l’articolo 12 della Costituzione: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.

Poco più di un secolo fa, quando gli animi erano scossi per gli eventi della grande guerra (1915-1918) e il sentimento per la patria era molto forte e sentito, i nostri bisnonni a Manfredonia imparavano a scuola la poesia dedicata al tricolore.

A seguire, ne riporto uno stralcio che ho tratto dal libro dello storico sipontino del secolo scorso Luigi Pascale.

Sventola…! Sventola…!
Sventola in alto,
dall’Alpo
all’ultimo italo spalto.
Su questa sventola
martire terra,
inizio e gloria
d’immane guerra.
Su questo sventola
Castello svevo,
ricordo tragico
del medio evo.
Nella caligine
di adriatiche brume,
da Manfredonia
saluta Fiume.
Se poi quell’Austria
furba e tapina
l’Alpi rivalica,
o, in mar, sconfina,
studenti italici,
questa Bandiera
vi aspetta, intrepida,
sulla frontiera.
Ave, o bell’Iride
Tricolorata,
nel sangue eroico
ribattezzata.
Cinta di lauri,
tu, la fortuna
sei dell’Italia
libera ed una.

Maria Teresa Valente

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Lascia un commento