Attualità Capitanata

La magia di “Bella Ciao – Per la libertà” in un documentario

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Dopo l’anteprima al Bif&st di Bari sarà proiettato questa sera alla Città del Cinema di Foggia – alle 18.15 – il film documentario di Giulia Giapponesi, “Bella ciao – Per la libertà”. Il documentario, che andrà in onda in prima visione assoluta su Rai3 il 22 aprile, parla e racconta questa canzone che, attraversando periodi storici e decenni, è diventata un cult non solo della canzone politica italiana. “Bella Ciao”, infatti, che oggi conta numerosissime interpretazioni, da inno dei partigiani si è subito trasformata in una canzone di lotta per le tematiche più disparate e per le generazioni di tutti i tempi. In questi giorni, ad esempio, la cantante ucraina Kjrystyna Soloviy ha riadattato il testo dell’inno partigiano per omaggiare la Resistenza dell’Ucraina contro l’invasione Russa. 

Fra le tante testimonianze raccolte, Vinicio Capossela afferma che “Bella Ciao” è “una canzone che scatta come un salvavita ogni qual volta lottiamo contro una privazione di un diritto”, mentre Moni Ovadia ricorda che “è una canzone che parla dell’importanza della memoria e ricorda che il cammino della libertà è per sempre”. “Bella Ciao”, tradotta in più di 40 Paesi, è un canzone che è diventata un simbolo, una canzone frutto di contaminazioni, appropriazioni culturali: un brano che viaggia di Paese in Paese, di lingua in lingua mantenendo una sua forza di protesta. 

“L’idea alla base del film – ha spiegato la regista – nasce dalla necessità di ristabilire il percorso biografico di Bella Ciao alla luce del suo essere diventata canzone internazionale. Una necessità che diventa più urgente in questo momento storico di passaggio, dove la memoria della Seconda guerra mondiale, raccontata dalla viva voce di chi ha vissuto l’occupazione nazifascista, lascia il posto alla storia, intesa come racconto del passato attraverso le fonti documentali”. 

In questo progetto, che è un tassello importante per preservare e conservare la nostra memoria, Giulia Giapponesi va alla ricerca delle origini di questo canto, forse disperse nel ‘500 in un canto francese. Misteri, interpretazioni e passioni legati ad una canzone che, nonostante tutto, è sempre più inarrestabile perché continua a parlare, con immutata forza, agli italiani e ai cittadini del mondo di oggi e di ieri. 

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