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Il tubero che non ti aspetti: qualche curiosità sul topinambur

Carciofo di Gerusalemme, girasole selvatico o del Canada, mela della terra e cipinabò sono solo alcuni dei nomi che prende questo tubero che non ha niente a che vedere né con Gerusalemme né con le mele. Il topinambur, o Heliantus tuberosus, è una variante di girasole originariamente coltivata dai nativi americani prima dell’avvento degli europei per i suoi tuberi gustosi e versatili. Esportata in Europa dal colonialista francese Samuel de Champlain, venne chiamato dapprima “nuovo carciofo”, dato il sapore simile ai carciofi, poi “carciofo di Gerusalemme”, legato ai puritani europei che avevano dato all’America il nome di “nuova Gerusalemme”. 

Il nome topinambur sembrerebbe invece provenire da un clamoroso errore geografico: nel 1615 in Vaticano arrivarono in contemporanea dei carciofi di Gerusalemme e un indigeno della tribù brasiliana dei Tupinambà. Nella mente degli europei la connessione tra i due elementi fu istantanea, sebbene la differenza tra Canada e Brasile sia enorme! Un’altra versione dei fatti vuole che questa confusione si sia generata in un’esposizione a Parigi nel 1613, in circostanze simili.

Nonostante l’origine americana, il maggiore produttore e il Paese che esporta più topinambur al mondo nel 2020 è stata la Cina, mentre il Paese che ne ha importato di più è gli Stati Uniti. In Francia, invece, è diventato anche il nome del tredicesimo giorno del mese di brumaio nel calendario repubblicano, adottato durante la Rivoluzione Francese.

Il topinambur, avendo un fiore simile al girasole, è ugualmente soggetto a eliotropismo, ovvero il fiore sembra seguire la direzione del sole durante il corso della giornata, da agosto fino ad ottobre. Per quanto riguarda il tubero, viene raccolto per lo più in inverno, rendendolo quindi uno dei protagonisti dei banchi della verdura di questa stagione, soprattutto in Piemonte, dove sono chiamati cipinabò e sono consumati assieme alla fonduta.

yellow flower field during daytime
Photo by Ilona Frey on Unsplash

I topinambur sono particolarmente indicati per persone che soffrono di diabete, poiché ricchi di inulina (dall’8 al 13%), che non viene assimilata nell’intestino e quindi non produce picchi glicemici, a differenza degli altri tuberi. Sono poco calorici (30 kcal ogni 100 grammi) e sembra che siano una fonte di vitamina H, che previene stanchezza fisica e dolori muscolari. Inoltre, in Germania viene utilizzato per produrre un tipo di liquore, che si pensa combatta il mal di pancia e aiuti la digestione.

I topinambur possono essere consumati anche crudi nelle insalate, oltre che cucinati in mille modi diversi. Trovate qui le nostre ricette.

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Siamo Lucia e Raffaella, abbiamo 22 anni, siamo di Manfredonia e siamo laureate rispettivamente in Lettere e Scienze Politiche. Stiamo proseguendo i nostri studi presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e la Ca’ Foscari di Venezia. Viviamo da fuori sede e creiamo piatti senza pretese, per non morire di fame. Nel libero studiamo.

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