Attualità Capitanata

Il signor Anguilla e i 3 bambini (storia accaduta nel 1966)

Manfredonia – TUTTI i giorni per lui era il pane quotidiano: il signor anguilla chiamato così dai paesani perché era alto e magro e si muoveva nella sua camminata sgraziata, allungandosi con le spalle e il collo lungo che aveva nella sua stanchezza radicata addosso quasi sembrava che strisciasse, noto a tutti in via Maddalena, dove abitava e nel paese per il suo lavoro particolare oserei definirlo, forse non solo quello: andava e veniva con la sua bici apposita di grata, dietro lungo la palude di Siponto, nella parte più profonda e sconfinata colma di giunchi e di pantano che è stato luogo di briganti, loro, erano riconoscibili dalle loro caratteristiche malvagie e pericolosità senza dimensioni, la loro noncuranza alle regole della civiltà del popolo,con tanto di lunghe barbe, era la distinzione da altri, e per le armi a portata di mano come fossero bottiglie piene di vino, e poi con i strani modi di vestire riconoscibili dal loro abito e dal cappello di falda sugli occhi contro il vento tormentoso del mare.

Ma veniamo ad anguilla, lui, percorreva sentieri lunghi di acque viscide turbolenti e bianche che scorrevano sotto i suoi stivali alti fino alla cinta del suo vestito di sostanza gommosa idonea per quei luoghi di un profondo acquitrino ed umidissimo allo stato naturale molli di melma e fango. Lavorava e raccoglieva giunchi il più possibile;quel che poteva per poi da mettere sotto i bracci larghi da far gonfiare sempre più il raccolto con l’altra mano continuava ad afferrare, tra le zanzare che lo tartassavano le orecchie e la faccia tra un cielo che non era alla sua portata di vita si sentiva pungere, anche da altri insetti, ma non badava più tanta era la sua profonda mancanza fisica.

I ragni bianchi e i voli dell’uccello pettegola che viveva in quella zona con il suo strano rumore che emetteva quando lo sfioravano di fronte,sempre contro un muro verde di pericolosi aghi. Quel volatile paricolare a dire il vero ,metteva spavento quando d’improvviso sorvolava il suo capo! E lui:– Oh madonna mia.. intanto l’orizzonte non si vedeva; solo giunchi con tante punte di ago ,verso l’aria che era assai forte di un odore acquitrinoso di lurido e di puzzo, il cielo era di sale bianco come coperto da uno strato o da un coperchio!

Il respiro diventava pesante e affannoso con poco ossigeno, quando ventilava nel suo rilassarsi, quando ormai nel frattempo il giorno iniziava ad avviarsi in pieno verso il pomeriggio da farlo decidere così di venire fuori con gli stivali, bagnato, e portava il carico sulle spalle e poi li poggiava sulla grata, con una corda li legava stretto. Ma intanto nel frattempo era giunto il buio serale
quando di colpo sentì un grido arrivare da un tratto più lontano !Sembrava al suo orecchio una voce di un bambino.

Si fece avanti e andò alla ricerca della eco! Si avvicinò sempre più e ad un tratto vide in quella riserva tre bambini, uno s’era infilato in un occhio, un giunco, perforato sanguinava colmo di lacrime; altri due piangevano e cercavano di aiutarlo..Il signore a quella vista rimase un po’ scioccato, dopo,subito di corsa ,lo prese lo caricò sulla bici e lo portò verso la Clinica S. Maria di Siponto di Manfredonia! Al pronto soccorso … Lì iniziarono le prime cure mediche e controlli, ma ormai il caso era chiaro che il bambino aveva perso l’occhio:- Piangeva con la mano al capo e diceva: – Adesso ho solo un occhio ! Uno l’ha preso Dio, l’altro per continuare il mio cammino.

di Claudio Castriotta

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Redazione

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