Storia

Il mio ricordo di Sandrino La Scala, l’antiquario

Il mio ricordo di Sandrino La Scala, l’antiquario

Manfredonia – LA sua bottega di antiquariato stava proprio all’entrata di via Maddalena, sul lato destro di un marciapiede stretto come spazio.

La botteghina aveva le vetrine lunghe col legno pitturato di grigio,con la luce accesa che irradiava l’ambiente come il colore di un’arancia. Alle sue spalle il Torrione del Fico con la sua vista sul mare.

In quel pomeriggio di cielo cupo, che faceva ruotare le sue nuvole di stucco e vernice su pezzi di mobili scorticati e smacchiati dal tempo e dall’epoca, l’aria sventolava gli alberi delle palme sipontine.

Quel pomeriggio echeggiava leggermente stonata la fisarmonica di Sandrino tra le mura delle case di rimpetto; lui – dopo il suo amato lavoro da restauratore di mobili vecchi – aveva una grande passione per la musica, suonava la sua fisarmonica con grinta ed impegno tra la segatura.

Pensate che fu uno dei primi collaboratori del duo Forbicioni, Franco Rinaldi Lello Castriotta ,intonava le musiche per le loro canzoni in spettacoli, questo ovviamente quando poteva.

Lui s’appoggiava sempre all’uscio quando riposava un po’ a me , che lo guardavo quando passavo di lì: aveva gambe e braccia molto lunghe e le mani grandi ,era assai spigoloso e ossuto,lievemente curvo, un po’ pelato con un paio di occhiali grandi di colore nero, era dotato ricordo di un’intelligenza sopraffina.

La sera veniva fuori da quella stanza,era pressappoco il periodo natalizio, lo vidi per il Corso Manfredi, leggermente ubriaco dovuta alla cattiva compagnia di amici che si prendevano gioco di lui, fino a ridurlo nel malandare a volte fino a tarda notte; era un buono e credeva a tutto, ma certa gente era molto ignorante nel vero senso della parola,la cultura di quel tempo ricordo era scarsa.

In una di quelle notti Sandrino stava male,con una camminata sbilenca e sgraziata, singhiozzava ubriaco, poi grazie ai parenti riusciva a ritornare a casa.

Il nostro caro falegname, artista del legno, ogni anno si recava ad Arezzo – che rappresentava e rappresenta una delle Fiere di Antiquariato più importanti d’Italia e d’Europa – per esporre i suo mobili,magari anche per comprare pezzi vecchi in cattivo stato, per poi restaurarli al suo ritorno a Manfredonia nella sua bottega.

A Sandrino – ricordo – piacevano molto le cassapanche, che col suo talento amava restaurare da renderle splendide e lucide di mobile vivo per le case che le ospitavano.

Dopo alcuni anni seppi che Sandrino stava restaurando un comò in Purgatorio a San Lorenzo Majorano, dicendo che gliel’aveva affidato in commissione per guadagnarsi il Paradiso; poi affermò: e riuscirò ad andare lì potrò lavorare nella bottega del falegname più bravo di tutti: San Giuseppe Artigiano.

A cura di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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