Fede e religione

“Il mio ricordo di Don Giovanni Bosco”

Si parlava di don Bosco, all’Istituto Croce – la sua storia, era come andare oltre l’azzurro esteso ,anzi il cielo stesso, avvicinare il suo fianco ricoprendolo del proprio abito,percorrendo il suo unico passo,per aver allungato la sua mano al mondo degli abbandonati specialmente a quello dei bambini orfani e dei poveri disadattati del ceto sociale più emarginato,offrendo loro “il miracolo più grande” una casa per il loro stato giornaliero. Oserei definirlo il santo della semplicità, ma allo stesso tempo colui il quale era dotato di un’ intellettualità oltre ogni aspettativa. Lui,povero tra poveri, sacerdote inusuale, maestro e cultore degli scolari più bisognosi.

Il suo insegnamento lo portava ad insegnare col mondo delle cose,degli oggetti più inutili, e il più delle volte anche attraverso i luoghi più comuni che lo circondavano.Quel respirar è commozione e parlar di tutto questo mese di lieto evento risolutivo e avvolto di grazia di vita. La lezione in classe riguardava il grande sacerdote di Dio e soprattutto degli uomini e come si studiava nelle aule delle Elementari era l’argomento più diffuso, la sua storia ci veniva raccontata dalla maestra che insieme ad altre erano splendide ,ci faceva sentire il profumo della terra più profonda e viva. E intanto una folata di vento echeggiava intorno all’edificio del grande Istituto Scolastico, il giorno passava piano per gli oziosi seduti a contar le ore a far nulla.

Non ho mai dimenticato una frase di Don Bosco, una trascritta su un cartello della propria stanza che diceva così:- “Toglimi tutto ,ma dammi le anime”. A me è successo … la fine di ottobre di 10 anni fa mi tolse quasi tutto, poi il 10 di novembre mi tolse ogni cosa in quella notte che trovai sotto il cuscino della mamma appena spirata l’immagine di Don Bosco il santo d’oltreoceano, all’istante mi venne in un singhiozzo di lacrime il sogno fatto da Don Giovanni,quando una sera descrive una terribile battaglia sul mare scatenata da una moltitudine di imbarcazioni contro un’unica grande nave,che simboleggiava la chiesa cattolica. Oggi l’immagine è chiusa tra le pagine di un mio libro.

Di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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