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Il Crocifisso della chiesa di San Francesco

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Il Crocifisso della chiesa di San Francesco

Lo Spinelli ancora una volta ha modo di scrivere una bella pagina sulle vicende sipontine, trattando del crocifisso di S. Francesco, ritenuto per consuetudine miracoloso; l’opera viene attribuita al sec. XVI. Va pur detto, per inciso, che dalla documentazione riportata si rilevano la venerazione, il trasloco e la processione dell’Icona di Maria SS.ma di Siponto, già nel sec. XVIII «Intanto correva dell’ Era nostra Cristiana l’anno 1761, tempo in cui la nostra moderna Siponto, la Puglia, e tutto il Regno di Napoli, per la mancanza delle acque, che per lungo tempo non caddero dal Cielo in tutte le Campagne si soffrirono de’ gravi danni da rammentarsi per Secoli, come si avviserà. In tutta la Stagione bisognosa di acque, che non fece per ottenerla dal Cielo il Popolo Sipontino? Le Prediche, le continove Missioni, le Penitenze con digiuni, e devozioni, le immagini benedette di tanti Santi non solite a condursi in processione, si estraevano da ogni Chiesa, e processionalmente si menavano sulla speranza, che ad intercessione di essi compiacciuto si fosse Iddio di concedere la bramata grazia. La Immagine miracolosa di Santa Maria dell’antica Siponto in tal bisogno solita a venerarsi nel Duomo della moderna Città, si tenne quivi esposta con grandissima spesa, e venerazione, acciò per l’intercessione della Vergine Santissima Iddio compiaciuto si fosse di consolare il Popolo Sipontino. All’ orafù, che a gran riclamore dell’ istessa Popolazione si portò processionalmente per tutta la Città l’ Immagine miracolosa del Santissimo Crocefisso che si venera nella Chiesa de’ Fratri Minori Conventuali, della quale siccome si ha certa notizia, se ne veggono alla giornata innumerevoli miracoli. E’ questa quella benedetta Immagine, che nell’ Eccidio cagionato alla nostra Città da’ barbari Traci nell’ anno 1620, fù oltraggiata da que’ Infedeli, e specialmente fu colpita nel fianco destro con Spada tagliente ben due volte, scaturando immediatamente da’ medesimi tagli vivo sangue miracoloso. Documento di tal Divino portento si è la medesima Immagine, che nel suddetto Convento di Manfredonia da predetti Frati Conventuali si conserva con grandissima venerazione in una distina Cappella con Altare proprio chiusa in una magnifica Annicchia con cristalli, a fine di ben conservarla, mostrandosi in qualunque tempo a’divoti Cittadini, e Pellegrini, le predette due Ferite ancora intinte col portentoso vivo sangue scaturito mirabilmente da esse: Maggior documento di tal Divina meraviglia, con altri due portentosi miracoli si è il seguente Marmo, che conservasi fisso nel muro entro la Cappella accanto l’ Altare del medesimo Santissimo Crocefisso.» D.O.M. Vetustam Jesu CrucifixiImaginem Incolsi, accolisque Populis Crebrisgtratiis, et miraculisconspicuam; Et dumJuvaneshostesmox ad singularem Pugnamrapidèruituros, acimpiè super HancAram de sola Ensiumelectione de- Jerantes, è minibus, acpredibusClavos, et Sanguinam in ipsosjaculando, a scelesti Facinoredeterruit, Et dum piumMulierem presepe ante ipsam Orantes, missa visibili de Caelo Colomba. De jamjam futura morte Ore monuit. Et dum Turcarum incursione in fenoresaucium, Ac livore contabuit Recentique Cruore manavit. Indigensconvenaintuere, Ut patienti Domino compatiaris: Praecare Ut tibiomneprò Voto succedat . «Della pia Donna devotissima di una tal benedetta Immagine di G. C. Crocefisso, e che per mezzo di una Colomba fu prevenita della prossima sua morte, ne scrisse il Padre Celestino Telera di Manfredonia in tempo, ch’ era diffinitore, ed Abbate dell’ Ordine Celestino nell’ Istorie Sacre degli Uomini Illustri per Santità della medesima Congregazione de’ Celestini, la qual pia, e divota Donna si chiamò Porzia Saraceni, che visse circa l’anno 1573, di nobile Prosapia Sipontina, oriunda di Lecce, la quale visse, e morì con fama di Santità, avendo avuto un Figliolo chiamato Giuseppe, che volle farsi Religioso Celestino, e che cambiandosi il nome, si chiamò Pietro, della nobile Famiglia Santuzio Sipontina, il quale morì nella Religione santamente, percui si ha tra’ il numero de’ Venerabili in tal cospicua Religione. Contestandomi dal medesimo Scrittore anche il miracolo avvenuto per il giuramento che presero i due Giovani duellanti; Siccome anche contesta l’altro miracolo delle Ferite fatte al fianco destro da’ Maomettani alla medesima benedetta Immagine. E pure non ostante le continove penitenze, e devozioni esercitate dal popolo Sipontino, Iddio non si compiacque concedere la bramata grazia, ma volle, che il flagello fosse caduto sulla Terra con grandissimo nocumento de’ nostri Sipontini, e moltopiù di tutto il Regno, come già si provò negli anni susseguenti, e che a suo luogo si avviserà .» A riprova di quanto riferito dallo Spinelli, si rileva in un atto notarile del 1761, proprio la cerimonia della processione di questo Crocifisso.

Notaio Principe (busta 2075, cc. 30t.-33). Data: 7.3.1761«Die septimamensismartij, 9^ Indictionis, millesimo septincentesimo sessagesimo primo, in civitateManfredoniae. A preghiere a noi publico apostolico, regio notaro, giudice a contratti, e testimoni infrascritti in numero opportuno, fattaci per l’infrascritte parti, ci siamo di persona conferiti nel venerabile Convento di S. Francesco de’ Minori Conventuali di questa città di Manfredonia, e mentre in quello siamo gionti, e propriamente nel Refettorio di esso, abbiamo ivi ritrovati, e nella nostra presenza si sono personalmente costituiti l’ infrascritti R.di Padre Guardiano, e frati del medemo:/ Padre Frà Vincenzo de Serio Guardiano/ frà Biase Ciuffreda/ frà Francesco Antonio Boccoli/ frà Carlo Ceci/ frà Ferdinando Lombardi/ e frà Giuseppe Maria Comici. La maggiore, e più sana parte parte, anzi tutto detto venerabile Convento, facendono, e rappresentandono, ut dixerunt, in unum congregati, e coadunati in detto luogo ad sonumcampanellae, more, et loco solitis, consentendono primieramente in noi, aggentino, et intervenientino alle cose infrascritte, in nome e parte di detto venerabile Convento, e per il medemo Convento posteri, e successori in futurum in esso da una parte. E l’Ill.mi signori d. Andrea de Urruttia, d. Carlo Collicelli, e d. Andrea Stabile, una simul con me infrascritto notajo Eletti al reggimento, e Governo di questa sudetta città, aggentino parimenti, intervenientino all’ infrascritte cose in nome, e parte di questa Università, e per li posteri, e successori in futurum nella medema città dall’ altra parte. Li prefati sudetti signori dell’ attual Governo, spontaneamente hanno asseriti avanti di noi, per ragione, e causa del nostro nobile ufficio, et signanter delli divisati R.di PP. Guardiano, e frati in detti nomi presenti. Come vedendosi ora più che mai i flagelli, che il nostro Signore Iddio ci percuote con tanti castighi per li molti peccati per li quali sono tante mesate, che non si è veduto, ne tampoco vedesi pur ora cascar dal Cielo una goccia d’acqua, e perciò di concerto delle nostre congreghe non che di questa predetta Università, e suo Publico. Che si patisce della sete, ed al presente dura, le (…) sudetta, ed affinchè stava nelle tante infermità, e mortalità in questo predetto anno accadute in questa suaccennata città, conforme è notorio. Motivi per li quali detti signori Governanti sono sempre per il bene publico, alla somma benignità dell’Ill.mo e R.mo monsignor Arcivescovo sig. d. Francisco Riviera, facendogli istanza acciocché colla sua divota carità possa sentir tutti que’ rimedi, che asserviranno per placare l’ ira del sudetto Sommo Iddio, sdegnato contro de’ peccatori per le cause sudette, il quale per prendere la sua (…) di detti signori Governanti nelli nomi sudetti, si è prontamente (esibito) d’ informare, e pregare ad essi predetti RR. PP. Guardiano e frati del convento sudetto di portar fuori processionalmente il SS.mo Crocifisso, cotanto miracoloso, in dedetta sua Chiesa astretto, affin che colla sua clemenza, e misericordia possa esentare questo povero Publico d’ogni grazia la( sacra collera). In virtù della quale dimanda, sebbene da detti RR.PP. Giardiano e frati fusse mostrata della ritrosia del dar come sopra (…) dello SS.mo Crocefisso per non essersi stato mai esempio in contrario, anche per altri simili flagelli, e per altre (disgrazie), pure da detti signori attuali Governanti ne gli sono state accordate, e perciò si sono compiaciuti di far uscire da detta lor Chiesa il so-pradetto SS.mo Crocifisso, ad oggetto di esser (da tutto esposto sudettopublico devoto all’incontro colli signori predetti). Primieramente detto SS.mo Crocifisso si debba protar dalla Chiesa processionalmente, come di sopra si è detto, ed asportarsi con tutto quel decoro che se gli deve da Sacerdoti Eclesiastici, e pure Regolari, e quello condurre fuori delle Porte nell’istessa predetta città, ad effetto di quella di Mare, e la Terra, nonché le campagna tutte, e così poi processionalmente portarsi intorno intorno questa surriferita città, per far ancora le sue benedizioni per ogni cantone di detta città, senza che possa entrare, ne portarsi in altra chiesa, se non chè soltanto in questa Chiesa Metropolitana sem-pre per un sol giorno (….) Signor Iddio (…) del corrente anno mese di marzo giorno di Domenica del suddetto anno 17 sessant’uno (…) il detto SS.mo Crocifisso dovrà parimente fin tanto saranno compiti le Santi Esercizj Spirituali, in detto giorno, e dopo parimente anche processionalmente a portarsi nella sua Santa Casa, coll’ istesso decoro, e devozione, e suoi convenevoli, siccome così detti Signori Governanti si sono compromessi ed obligati. E finalmente li detti signori attuali Governanti nelli nomi come di sopra, per anche hanno promesso, e si sono obligati, tutte quelle spese, che mai occorreranno farsi per l’uscita del detto SS.mo Crocifisso vogliono soggiacerne farsene a spese tutte di questo sudetto di loro Governo, anche se minima che fusse, conforme così si sono compromessi, e si compromettano, senza che detto Convento, e suoi RR.di PP. presenti venissero a soffrire veruno dispendio, handando il tutto a conto di questa predetta Università, mentre con tali patti, e condizioni hanno intesi, e dintendono permettere la sudetta uscita, altrimenti permesso non l’avrebbero protestationesemper permessa. E controvenendono essi predetti signori attuali Governanti all’ oservanza del di predetto convenuto, e pattuito, sia in libertà ad essi sudetti PP. Guardiano, e frati in detti nomi di astringerli in ogni Corte, luogo, e foro, etiam via assertiva all’adempimento sudetto, ut juris, una colla prefazione di tutti li danni, spese, ed interessi farsi per detto lor Convento si soffrissero per la causa di sopra espreessata. Ed hanno promesso, e convenuto li sudetti signori attuali Governanti, li sudetti patti, obligo, e promesse, e tutte le cose sudette, averle sempre da ora, ed in ogni futuro tempo, per rati, grati, e fermi, ed a quelli, e cadauno di essi non controvenire per qualsisia ragione, occasione, e causa, anche giusta, e dalla legge permessa. E per osservanza delle cose predette essi sudetti Ill.mi Signori attuali Governanti nelli nomi predetti hanno obliato se essi, e chiascheduno di essi in detti nomi, non chè la detta Università al menzionato venerabile Convento, e suoi R.di PP. Guardiano, e Frati in detti nomi presenti, mobili, stabili, rendite, presenti, e futuri sub paena ad paenam meditate protestate capienti. Constitutione precari, et sic renunciaverunt, et iuraverunt in forma, unde. PresentibusOpportunis/ mag.co Marco Antonio Ciuffreda regio iudice ad contractus/ Vincentio Guerra/ Liberatore Pardi/ Vincentio Cibelli/ Thoma de Cio/ et IoanneMarzovillo/ sipontinis».

La facciata, ripulita ed in parte ripristinata e consolidata di recente (2007), è stata restaurata circa il 1932, a cura della locale Confraternita del SS. Sacramento.

di Pasquale Ognissanti (Archivio Storico Sipontino)

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