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I dimaiani lasciano Conte e quel che resta dei grillini. Di Maio: “I dirigenti 5Stelle hanno rischiato di indebolire l’Italia”

Mario Draghi ha superato la prova del voto al Senato sull’Ucraina. La risoluzione della maggioranza, che conferma l’aiuto all’Ucraina assieme ai partner UE e G7, ha ottenuto 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti. Subito dopo il voto, in aula c’è stato un applauso. Ma se Draghi è riuscito a portare a casa il suo risultato, in zona M5S si è aperta (e conclusa) una guerra interna insanabile.

Luigi Di Maio, come già anticipato nel pomeriggio, ha concluso ufficialmente il suo percorso con il MoVimento 5 Stelle. Pochi minuti fa, infatti, Di Maio in una conferenza stampa a Roma ha detto definitivamente addio al partito di Beppe Grillo

Durante la conferenza stampa Di Maio ha parlato del governo, che oggi si è rafforza dopo la risoluzione di oggi sugli aiuti all’Ucraina. “Dovevamo scegliere da che parte stare della storia”, ha detto Di Maio. “I dirigenti del Movimento hanno rischiato di indebolire l’Italia, di mettere in difficoltà il governo per ragioni legati alla propria crisi di consenso. La guerra non è uno show mediatico, è da irresponsabili picconare il governo”. 

Il voto di oggi, ha ricordato il Ministro, è stato anticipato da un attacco mediatico al Governo e alla sua persona. “L’indicazione di voto è stata netta dopo alcune settimane di ambiguità, tensioni, turbolenze e attacchi. Oggi siamo arrivati a un voto chiaro e netto, dispiace che sia stato alimentato un lungo e logorante scontro per fini mediatici”.

Il Ministro degli Esteri, che nelle scorse ore ha incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da oggi sarà il leader del gruppo parlamentare in costituzione: “Insieme per il futuro”. Si parla di quasi sessanta parlamentare che aderiranno a questo gruppo politico: da Sergio Battelli a Laura Castelli, da Primo Di Nicola a Carla Ruocco, da Sileri a D’Uva, passando per Valente, Del Grosso, Nocerino e Presutto. 

L’ex grillino della prima ora, che in conferenza stampa ha smontato un dogma del partito, ovvero che “uno non vale l’altro”, ha parlato di una formazione vicina ai territori, ai sindaci – che hanno rappresentato un presidio importante durante la pandemia, e una formazione politica non alimentata dall’odio. “Da oggi inizia un nuovo percorso. Per costruire un futuro servono soluzioni e idee realizzabili. Per avere un modello vincente da nord a sud abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e talenti. Perché uno non vale uno”. 

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