Attualità ManfredoniaStoriaVisitGargano

Gli antichi Ipogei di Siponto, un patrimonio culturale storico ed artistico da valorizzare

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Gli antichi Ipogei di Siponto, un patrimonio culturale storico ed artistico da valorizzare

Intervista ad Aldo Caroleo

Ad un tiro di schioppo da Manfredonia, sorge Siponto, rinomata località turistica degli ultimi 40 anni e sito di grandissimo interesse archeologico ed artistico, con reperti risalenti a qualche millennio orsono. Sono, infatti, presenti, degli ipogei di straordinaria bellezza ed interesse artistico, come evidenziato da Aldo Caroleo, già Presidente e fondatore dell’Archeo Club Siponto.

Gli Ipogei di Siponto sono grotte in parte naturali, scavate dal mare e in parte modellate dall’uomo. Furono abitate dal neolitico fino all’età del ferro. In seguito, furono aree sepolcrali pagane per la Siponto romana.

Successivamente, i primi cristiani sipontini le utilizzarono sia come chiese rupestri per i primi riti cristiani, che per le sepolture. Le tombe furono scavate nel tufo e presentano ambulacri ed arcosoli.

Gli ipogei rimasero una necropoli fino al XIII secolo, quando Siponto fu abbandonata per fondare Manfredonia. Furono utilizzate come cava di tufo per costruire la città di Manfredonia, poi ebbero la funzione di ricovero per animali e pastori o furono impiegate come vere e proprie abitazioni. Di ipogei, a Siponto, ve ne sono diversi.

Vi sono due quelli di Scoppa, a ridosso ed all’interno della pineta di Siponto, scoperti nel 1937, nel corso di lavori di bonifica.

Poi vi sono quelli di Minonno, ubicati nella omonima masseria, usati per sepolture poi come cava e deposito di attrezzi agricoli.

Infine, vi sono quelli ubicati nel sottosuolo della parrocchia di Santa Maria Regina, visitati per gentile concessione del parroco Don Carmine, raccontati, con dovizia di particolari, dall’intervistato. Essi risalgono ai secoli IV-X d.C. e presentano 51 loculi che misurano 0,4m larghezza x 0,4m altezza x 1,70 lunghezza. Inoltre, gli stessi mostrano tracce di calcina, usata lungo i bordi dei tegoloni che chiudevano ogni tomba.

I resti di scheletri di bambini e adulti, invece, sono raccolti in un loculo distrutto, sotto un arcosolio.

Si passa al secondo ipogeo attraverso un passaggio ottenuto col taglio della roccia di divisione, che ha così distrutto i diaframmi centrali di molti loculi. Questa grotta è costituita da un ambulacro centrale a croce greca, dal quale si aprono tre arcosoli polisomi contrapposti.

Un patrimonio artistico culturale di straordinaria bellezza e di grande interesse artistico culturale che attrae, ogni anno, migliaia e migliaia di visitatori che giungono da ogni parte di Italia e d’Europa per apprezzare tali bellezze, delle quali, probabilmente, le genti del luogo, non hanno piena consapevolezza.

Ciò nonostante, tanto ancora v’è da fare per valorizzare al meglio il patrimonio artistico di Siponto, che sta emergendo, in questi ultimi anni, grazie agli scavi che si stanno effettuando nel sito archeologico. Vi una Siponto “underground” tutta da scoprire, che racconto una storia millenaria che va letta e riscoperta e può rappresentare davvero un volano culturale e di presenze per la città di Manfredonia.

di Antonio Castriotta

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]