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Gianni Lannes porta Manfredonia a Strasburgo

di Lucia Russo

L’ex giornalista Gianni Lannes porta a Strasburgo il caso Energas (Kuwait Petroleum) a Manfredonia, relativo al gigantesco deposito costiero di gas di petrolio liquefatto che i vandali contemporanei vogliono impiantare a tutti i costi contro la volontà popolare. La Corte europea dei diritti dell’uomo con la sentenza 19 febbraio 1998 aveva già condannato l’Italia dopo la denuncia delle donne di Manfredonia relativa alla vicenda Enichem (sito non ancora bonificato integralmente). Ora si riapre lo scenario, anche a fronte dell’inerzia amministrativa del comune di Manfredonia e della Regione Puglia, che con il referendum hanno scaricato la responsabilità civile sull’ignara popolazione. A questo punto tardivo, qualunque responso referendario è inutile, perché in base alla legge 35/2012, è soltanto il ministero a decidere (articolo 57). Gli enti locali sono recidivi, perché la stessa Corte di Giustizia della Comunità europea aveva in due precedenti occasioni (25 novembre 2004 e 20 settembre 2007) condannato l’Italia, sempre per la situazione fuorilegge di Manfredonia.

Basta rileggere con attenzione il procedimento di infrazione numero 2001/4264 e 2001/4122 per rendersi conto dell’accanimento su questo territorio della Daunia.  Oltretutto, con le delibera di giunta comunale a firma del sindaco pro tempore Angelo Riccardi, numero 93 del 5 maggio 2016, si valuta attualmete la possibilità di escludere il voincolo di protezione ambientale sull’area di Santo Spiriticchio, dove è previsto il posizionamento del deposito Energas. Ora, è emerso il mancato rispetto della direttiva 2012/18/ue, ovvero la terza direttiva Seveso recepita dall’Italia con il decreto legislativo 26giugno 2015, numero 105. Inoltre, a quanto pare, anche la legge 4 aprile 2012, numero 35, viola le direttive europee e perfino la Convenzione di Aarhus, ratificata dall’Italia con la legge 108 del 2001. La Corte dell’Aja sarà attenzionata per la trasformazione della vicina base militare di Amendola, in un dislocamento permamente di cacciabombardieri nucleari F-35, in palese violazione del trattato di non proliferazione (Tnp), sottoscritto dall’Italia nel 1968 e ratificato nel 1975. L’Italia deve anche rispettare senza deroghe l’accordo di Parigi (Paris Agreement) voluto dall’ONU, entrato in vigore il 4 novembre scorso, e dunque limitare entro il 2020 ben il 38 per cento dei gas serra, tra cui il gpl. Ovviamente, anche questo aspetto cruciale sarà presto sottoposto alle Nazioni Unite.
riferimenti:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/energas-il-doppio-gioco-comunale.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/energas-il-parere-favorevole-del-comune.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/energas-q8-una-bomba-ad-orologeria-da.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/in-puglia-i-primi-cacciabombardieri.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/la-montagna-del-sole.html

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Redazione

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