Attualità Capitanata

Giacinto Plescia: il suo pensiero del mondo post-moderno

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Giacinto Plescia è uno studioso che ha svolto diverse attività nella sua vita, laureandosi in Architettura, ha sostenuto tutti gli esami del corso di specializzazione in  “Pianificazione Urbanistica” per, poi, conseguire tre attestati di perfezionamento post lauream in Filosofia all’Università degli Studi di Firenze. Ad oggi si definisce un New Media e Social-Blogger Influencer e nel suo blog parla dei problemi della società odierna, valutando gli avvenimenti in base alla sua filosofia di vita. Le tematiche si dispiegano sull’utilizzo dei social media come mezzo di comunicazione e di come il mondo virtuale, con le proprie dinamiche, influisca nell’ interpretazione della realtà e nel creare un nuovo habitat, uno spazio/tempo inedito costituito dalla commistione di reale-virtuale. Esperto di filosofia, arte e architettura, Giacinto Plescia ama parlare del bello e del sublime in filosofia. Tutto questo lo fa contestando il mondo di oggi e il modo con cui viene inteso “il bello”. Nel blog sul pensiero di Giacinto Plescia possiamo trovare tanti spunti interessanti su tematiche che ci coinvolgono ogni giorno. 

La bellezza al tempo dei filosofi

Oggi parlare del bello è difficile: un like nei social media non indica un interesse reale verso qualcosa che abbia un valore estetico. I termini “bello” e “sublime” indicano un concetto più elevato, il sublime si svela nell’Abisso secondo Heidegger concetto che Giacinto Plescia esemplifica in Calipso la dea simbolo del “Sublime”.

Il linguaggio comune utilizza il termine “sublime” per indicare qualcosa che piace molto, che è più che bello. Eppure il vero significato è ben diverso, lo possiamo notare nella pittura, nella letteratura e nella musica: la bellezza presuppone forma, misura, proporzione: un fiore è bello perché possiamo riconoscere la sua organizzazione, la sua simmetria, i suoi colori, mentre le forze sconvolgenti della natura come le tempeste e le grandezze incommensurabili delle montagne suscitano non solo meraviglia ma anche sensazioni negative come paura, sgomento, e per Heidegger angoscia: appartengono alla categoria del “sublime”.  

La bellezza in un nastro di Möbius

Su questo si basa il pensiero post-moderno di Giacinto Plescia che definisce

la bellezza e il sublime come due poli in un continuo: un polo è la bellezza associata a un principio di organizzazione, con un senso della leggerezza, l’altro polo è il sublime che rappresenta una disorganizzazione non solo esterna, ma suggerisce una disorganizzazione interna ed indica una distopia e che scaturisce dalla scoperta dell’abisso costitutivo dell’esistenza.

Questi due termini non sono quindi sinonimi ma esprimono la differenza tra due spazi topologici che s’incontrano come in un nastro di Möbius: un fiore, un poema, un dipinto, o un brano musicale, che possieda bellezza del primo genere può essere vista anche come bellezza del secondo genere.

Il bello e il sublime nel mondo di oggi

Se la bellezza e il sublime appartengono alla filosofia, oggi i social media rappresentano un info-spazio, un luogo virtuale in cui il concetto del bello subisce una torsione e viene identificato col semplice like, con i vari mood e stili veicolati con i tanti claim.

Gli stili dal formale all’informale, dal classico al sobrio non interpretano necessariamente il bello e non raggiungono, di certo, i vertici del sublime.

Gli influencer ne sono un chiaro esempio, ogni giorno milioni di persone si uniformano fino alla più totale omologazione sui loro messaggi tesi a promuovere prodotti di consumo ma presentati come emblemi di bellezza.

Gli spazi virtuali non esauriscono la loro presenza e funzione nell’uso che se ne fa, sono, per altri aspetti, un nuovo modo di vedere e proporre la propria individualità e i propri pensieri. 

Lo spazio-tempo dei social consente di trasformare ed integrare i contenuti veicolati da chiunque infatti è l’interazione il grande pregio di Internet.

Giacinto Plescia considera il virtuale alla stregua di uno spazio topologico ove si dispiegano 

narrazioni polifoniche multidirezionali e si originano costellazioni di “topoi” che trasformano in continuazione le azioni dei protagonisti in un flusso inarrestabile simile al “panta rei” di Eraclito per il quale “tutto si muove e nulla sta fermo” infatti  “non potresti entrare due volte nello stesso fiume”.

La topologia, una scienza che studia e analizza le proprietà qualitative delle figure geometriche.è la cifra dell’info-spazio-tempo o meglio dello human-tech-space che ci ospita come il liquido amniotico accoglieva ogni nuovo essere.

Siamo stati i creatori della rete ed ora siamo anche suoi figli.

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