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Festa dell’Unità: si parli del rilancio del San Camillo de Lellis

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Festa dell’Unità: si parli del rilancio del San Camillo de Lellis

Uno dei malvezzi, purtroppo, da diverso tempo, diffuso nei sipontini, è quello di essere pregiudizialmente ed aprioristicamente critici nei confronti dei servizi sanitari erogati dai reparti del nosocomio cittadino, l’ospedale San Camillo De Lellis.

Nato oltre un cinquantennio fa’, nel cuore della città, è stato per decenni un punto di riferimento importante dell’assistenza sanitaria non solo per i cittadini di Manfredonia ma anche per quelli dei comuni limitrofi, quindi Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste.

Memorabile il reparto di chirurgia con migliaia e migliaia di interventi chirurgici eseguiti ogni anno da chirurghi di eccellenza, quali Dino Aulisa, Antonio Potenza, Giacomo Ciavarella unitamente alle loro qualificate equipe ed operatori sanitari di reparto.

Non da meno la gastroenterologia considerata una eccellenza con il dottor Furio, la cardiologia, la medicina con il dottor Prencipe, la ginecologia, la radiologia, la psichiatria l’ortopedia con centinaia di interventi annuali all’attivo.

Tanti bravi primari si sono avvicendati nel tempo evidenziando nel complesso una lodevole professionalità.

Un ventennio fa i primi ridimensionamenti del nosocomio dettati dal famigerato “piano di riordino ospedaliero” rispondente alla discutibile logica politica del risparmio e della razionalizzazione dei servizi erogati che si è tradotta nei fatto in una rilevante compressione delle prestazioni sanitarie pubbliche con il cittadino costretto necessariamente, per salvaguardare la propria salute a rivolgersi alla medicina privata a pagamento.

Nell’ultimo decennio la mannaia si è ulteriormente abbattuta sulla struttura ospedaliera, agevolata dall’assordante silenzio di chi, invece, in qualità di rappresentanti politici della comunità, avrebbe dovuto tutelarla da scelte incomprensibili e rispondenti solo a logiche economiche assolutamente non compatibili con uno dei capisaldi sanciti della nostra carta costituzionale, quello del diritto alla salute, rimasto, ahimè, solo un precetto di grande civiltà giuridica ma fattivamente notevolmente compresso.

Ormai è un ospedale di base con pochi reparti deputati alla “normale amministrazione”.

I reparti rimasti fortunatamente in vita, da quanto appurato de visu e dalle testimonianze raccolte in loco, funzionano egregiamente, nonostante il taglio delle risorse economiche e con il personale che sembrerebbe ridotto all’osso.

Anche il Pronto Soccorso, a dispetto di qualche lamentela, per esperienza personale, ha degli standard di qualità soddisfacenti, considerando il personale ridotto e le tante emergenze che è chiamato a risolvere giornalmente non di poco conto.

Il San Camillo de Lellis è un ospedale che va assolutamente rilanciato affinché diventi una delle strutture sanitarie di riferimento del territorio, conferendogli maggiori risorse economiche e di personale, quindi, una migliore organizzazione ed efficienza dei reparti ancora rimasti fortunatamente in vita.

Se tutto questo fosse realizzato, ne gioverebbero conseguentemente anche i nosocomi limitrofi, al momento oberati di lavoro e richieste di prestazioni sanitarie di difficile adempimento con liste di attesa lunghissime, con conseguente riduzione della qualità dei servizi erogati, a tutto discapito della salute dei cittadini.

Sembrerebbe che ci siano fondi del PRNR già stanziati per il maquillage esterno della struttura ospedaliera.

L’auspicio è che oltre all’esterno si torni a pensare, in un momento storico, caratterizzato purtroppo da un esponenziale aumento di malattie neoplastiche, alla implementazione della qualità dei reparti e dei servizi sanitari all’utenza, riducendo i lunghi tempi di attesa per usufruire di visite specialistiche.

Per implementare le prestazioni dei reparti di chirurgia e ortopedia, notoriamente chiamati ad eseguire interventi chirurgici, è necessario prima di tutto implementare il numero degli anestesisti senza dei quali, purtroppo, vi è la conseguenziale la paralisi o comunque riduzione degli interventi chirurgici.

L’ospedale San Camillo De Lellis deve assolutamente tornare ad essere un ospedale di livello superiore come in passato, sussistendone tutte le potenzialità.

Il raggiungimento di questo obiettivo dovrebbe essere uno dei temi di dibattito pubblico da proporre alla imminente festa dell’Unità cittadina che vedrà la partecipazione dei big della politica pugliese, quelli che in questo ultimo ventennio hanno deciso sull’ospedale di Manfredonia ed ai quali spetterebbe il compito di organizzare efficientemente la sanità pugliese, ivi compreso l’ospedale San Camillo de Lellis, per rendere concretamente effettivo il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini di Manfredonia e dintorni.

Antonio Castriotta

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Redazione

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