Attualità Capitanata

È morta Lisetta Carmi, la fotografa degli emarginati. Viveva da tempo a Cisternino

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All’età di 98 anni è morta una delle fotografe italiane più importanti del Novecento: Lisetta Carmi. Nata a Genova nel 1924, Lisetta da tempo coltivava un rapporto speciale con la nostra regione, la Puglia. Viveva in un trullo a Cisternino, comprato tantissimi anni fa per realizzare un centro di meditazione.

Carmi si è avvicinata alla fotografia nel 1960 e ha realizzato alcuni dei più importanti reportage fotografici del Paese. Il suo sguardo, così umano e reale, si è sempre occupato degli emarginati della società. Fra gli anni Sessanta e Settanta, quasi controcorrente, Lisetta è stata una delle prime fotografe che ha raccontato la vita quotidiana dalla comunità LGBT+, delle donne trans e delle persone travestite che abitavano nell’ex ghetto di Genova. 

Lisetta, ad Antonio Gnoli per Robinson, aveva dichiarato che era stato molto difficile fotografare, dunque indagare con l’obiettivo, quella comunità. “All’inizio fu molto complicato, perché è difficilissimo entrare nel loro mondo, nelle case dove vivono, stabilendo dei rapporti veri. C’era molta diffidenza, soprattutto perché non volevano essere trattati come un fenomeno da barraccone. Una persona che conosceva bene quel mondo mi invitò a una loro festa. Andai, con una piccola macchina fotografica. Chiesi il permesso di scattare qualche foto. Cominciò così un lungo rapporto che andò per anni. mi affezionai ad alcuni di loro. Così libere e indifese. Portavano nomi esotici. La Gitana era stata l’amante di De Pisis, la Morena aveva ispirato De André per Bocca di Rosa”. 

Le sue fotografie, all’epoca, vennero raccolte in un libro che si chiamava “I travestiti”. Fu pubblicato nel 1972 e molte librerie si rifiutarono di venderlo, ma oggi è uno dei libri più importanti del mondo fotografico italiano. 

Lisetta è morta nella sua Cisternino. Nella Valle d’Itria più di quarant’anni fa aveva fondato un ashram, un luogo spirituale per la meditazione e lo yoga voluto dal suo maestro, Baba Ji. Insieme a questo tempio ha lasciato al Comune di Cisternino ben 900 libri che andranno nella biblioteca di Palazzo Lagravinese. 

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