Conte frena sul Pd: “Partito di potere, piano con l’intesa”

L’alleanza elettorale futura fra il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e il Partito Democratico di Elly Schlein è sempre più distante. Secondo Repubblica, infatti, l’unione fra i due partiti, almeno nelle prossime competizioni elettorali, non è così scontata. Ad annunciarlo è proprio il leader grillino Conte che, in un colloquio con il quotidiano di Maurizio Molinari, frena all’idea di una unione con i democratici della Schlein. “Macché Conclave. Andiamoci piano. Abbiamo toccato con mano, tante volte, quali siano i metodi e la logica di un partito, il Pd, che ha un suo sistema di potere”.

Per questo, dunque, non ci sono incontri in programma con Schlein. “Quando mi vedrò con Schlein? Per ora non ci sono appuntamenti, io preferisco dialoghi informali. Ci siamo scambiati un saluto in aula, ma alle prossime amministrative non ci saranno comizi insieme, perché non in tutte le città corriamo per lo stesso sindaco”. 

Per Conte, nonostante un cambio radicale di segreteria del partito, il Pd resta un grumo inespugnabile. Il ricordo è ancora quello delle elezioni di settembre 2025 e l’alleanza non realizzata con il Pd guidato da Enrico Letta. “Solo pochi mesi fa ci volevano sbattere fuori dal Parlamento e dal sistema politico”, ricorda Conte in merito alla difesa del Pd del lavoro e della figura dell’ex presidente del consiglio Mario Draghi. 

Ma oltre alle questioni elettorali ci sono anche questioni politiche che dividono il Pd dal M5S: dal termovalorizzatore di Roma alla guerra in Ucraina. Il conflitto causato dalla Russia è uno dei temi più divisivi fra i due partiti. Il Pd continua a sostenere il riarmo dell’Ucraina, mentre il M5S vorrebbe votare il Referendum abrogativo delle leggi che permettono l’invio di armi. “Il referendum è in linea con quelle che sono le nostre posizioni, quindi sì, lo firmerò”. Su questo referendum, e sulla posizione più generale sulla guerra in Ucraina, l’alleanza debole fra i due si potrebbe complicare ulteriormente.