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Caravaggio e il barocco a Manfredonia

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Non è facile oggi per un pittore trovare gli stimoli, la cosiddetta ispirazione, per esprimersi al
meglio. L’ambiente esterno ormai è quasi irrimediabilmente deturpato e le città sono diventate,
nella maggior parte dei casi, accozzaglie dissonanti di volumi casuali. Tutto in nome di una civiltà
del benessere: alibi insano di questo nuovo millennio, la rapidità costruttiva delle moderne
tecnologie genera essa stessa impatto visivo troppo forte per essere subito accettato.
In questo mosaico di dissonanze trova poco spazio il pittore. Il ritmo del suo mestiere è tante volte
più lento di ciò che lo circonda, che non ha abbastanza riscontro nella casualità delle invenzioni e
nel moderno sentire.


Da tempi remoti la sua manualità è sempre uguale. Davanti a una tela bianca e vuota, attorno a lui
il silenzio e la quiete, per tradurre ed interpretare l’astrazione del proprio pensiero.
Molti si chiederanno perché amo “riprodurre” ed interpretare i grandi pittori del passato.
Generalmente le Accademie non invogliano i giovani studenti a copiare opere importanti degli
artisti classici. Io ritengo che sia sbagliato: in pittura il copiare è una forma per valorizzare il proprio
talento e appropriarsi delle tecniche pittoriche che ci fanno sbalordire a guardare ciò che è
possibile realizzare con tavolozza, colori e pennelli.

Anche nel passato molte erano le richieste di commissioni di “Repliche” dello stesso Autore o di
“Copie” di Opere di Pittura particolarmente di successo. Esistono Opere d’Arte nella Storia
(Pittura, Scultura, Musica) che sono immortali. Esse possono essere ammirate nei Musei, nelle
Basiliche, ascoltate nei Teatri.
Come un pianista non viene “criticato” perché interpreta opere di Chopin o Beethoven, così anche
il pittore dev’essere libero di “reinterpretare” secondo la propria ispirazione.

PERCHÉ “CARAVAGGIO”
Perché Caravaggio rappresenta una svolta epocale nella storia della pittura, un vento innovatore
che muta i canoni classici, e arriva diritto al cuore. Un artista disordinato, irascibile e violento nella
vita quanto puntuale e riflessivo nella sua arte, cosciente di essere il miglior pittore che lavorasse
agli inizi del ‘600 a Roma, incapace di andare d’accordo con qualsiasi altro artista, perché la sua
pittura, dall’apparenza naturale, era ed è quanto di più innovativo e moderno ancora oggi possa
esserci.
Perché l’influenza di Caravaggio sulla nuova pittura barocca fu profonda e rivoluzionaria. La resa
della realtà attraverso l’uso dei forti contrasti di luce e ombra non era mai stata tanto veritiera e
vitale.
Non a caso “Caravaggeschi” furono chiamati quei pittori di epoca barocca influenzati in modo più
o meno diretto dalla personalità del Merisi e ne seguirono lo stile, ispirandosi alle sue opere.
Perché, una volta viste le sue “OPERE” non si dimenticano più.

PERCHÉ QUESTA MOSTRA
La pittura barocca rivela, più di ogni altra, attraverso le tonalità cromatiche e il sapiente intreccio di
luci e ombre, i sentimenti umani, le espressioni dei visi, la gestualità dei soggetti ritratti, in un
turbine di emozioni che stupisce e commuove.
Coinvolgendo la mente, il cuore, le opere creano una condizione di dialogo empatico con lo
spettatore, li rende partecipi anche sul piano sensoriale, annullando lo spazio tra i personaggi
della composizione e l’osservatore, che entra, così, a far parte dell’opera.
Accogliendo l’invito del Dirigente scolastico, Prof. L.P. Aucello e della DSGA M.S. Marcolongo, mi
sono reso disponibile per realizzare questo evento presso l’Aula Magna dell’Istituto “GALILEIMORO” di Manfredonia, in occasione dell’OPEN DAY il giorno 20 dicembre 2022 e il giorno 24
gennaio 2023. A loro va il mio profondo ringraziamento.
I Maestri in rassegna sono: Caravaggio, P.P.Rubens, A.Carracci, Guercino, M.Preti, P.Batoni,
O.Riminaldi, F.Abbiati, G.Van Hontorst, S.Vouet, Rombouts. Le opere rappresentate fanno parte
della mia Collezione Privata. Nelle motivazioni dell’esposizione c’è l’intenzione di far rivivere i fasti
di un tempo delle opere pittoriche del ‘600 e soprattutto regalare l’immortalità delle emozioni che
sicuramente si rigenereranno nei curiosi visitatori.
In questo momento non facile, i dipinti di “Caravaggio” – e dei “Caravaggeschi” – sono un invito a
cercare nell’oscurità della vita la luce della Speranza, ora accecante, ora flebile, che non
abbandona mai nessuno.
“Le opere d’arte sono più vicine a Dio di noi, dobbiamo guardarle, osservarle e rispettarle come se
fossero presenze sovraumane della nostra vita” (VITTORIO SGARBI).
Prof. Paolo Di Candia

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