Attualità Capitanata

Caons: Energas, concessione demaniale quarantennale “Porto Alti Fondali”, un mistero…

L’Energas S.p.A., in data 03-06-2014, ha avanzato un’istanza per il rilascio di una concessione
demaniale marittima quarantennale per l’attracco delle navi gasiere alla banchina A5 del Porto
Alti Fondali.
Il Comune di Manfredonia e il CAONS, a suo tempo, inviarono ai Ministeri e agli Enti
competenti alcune osservazioni invitandoli a non rilasciare tale concessione.
È fuori da ogni logica inoltrare una richiesta di così lunga durata (40 anni) solo per
movimentare sui mercati il GPL, combustibile di natura fossile ritenuto inquinante e responsabile
dell’aumento dell’effetto serra, in fase di transizione e quindi di prossima dismissione.
Circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevedono che “per il rilascio di una
concessione demaniale marittima superiore a 10 anni, la durata deve essere valutata alla luce delle
finalità e delle attività previste […], rispecchiare l’interesse della collettività a realizzare un
corretto regime della concorrenza all’interno del demanio marittimo. La valutazione sulla durata
deve essere finalizzata a garantire sia il più idoneo perseguimento dell’interesse pubblico, sia il
rispetto della proficuità economica per i soggetti imprenditori richiedenti”. Se fossero state tenute
in debita considerazione le indicazioni della suddetta circolare, tale istanza, a nostro parere, avrebbe
avuto una solenne bocciatura sin dall’inizio.
Inoltre, non ci risulta che la Società abbia presentato un business planning con un’analisi di
costi-benefici derivanti dalla loro iniziativa; è evidente che detto progetto, oggi, non persegue alcun
interesse pubblico, ma è solo ad esclusivo beneficio di privati.
L’Energas ha preventivato per le operazioni di carico e scarico delle navi gasiere un minimo di
utilizzo di circa 1160 ore all’anno (Rapporto Preliminare di Sicurezza, 2015, pag.109).
Quali possibilità di utilizzo resterebbero per altre attività commerciali già presenti e per quelle
future? Oltretutto non ci sarebbe più la disponibilità in termini di tempo.
Gent.mo Dott. Patroni Griffi, non le sembra che quanto sta accadendo sia un espediente per
favorire qualcuno?
Il progetto di dragaggio per portare il fondale del porto industriale dagli attuali 9,00 metri circa a
12,00 metri di profondità intorpidirà le acque a causa della movimentazione dei sedimenti tossici
altamente inquinanti che contamineranno l’ecosistema marino. Chi se ne assumerà eventuali
responsabilità e conseguenze?
Tutto il perimetro esterno del Porto Alti Fondali è confinante con la zona SIN (Sito di Interesse
Nazionale, individuato per la quantità e pericolosità degli inquinanti presenti) riconosciuta dal
Ministero dell’Ambiente fin dal 2000. Essa si estende nel mare per 3 km dalla linea di costa
davanti allo stabilimento ex Enichem. Alcuni monitoraggi effettuati dall’ISPRA nel 2008 e
dall’ISMAR (Istituto di Scienze Marine) nel 2013 hanno riscontrato nei sedimenti mercurio e
arsenico prelevati nelle acque marine antistanti alla zona SIN. Fino ad oggi nessuna approfondita
caratterizzazione è stata fatta per l’estesa area a mare di tale zona. Il diniego al rilascio della
concessione quarantennale richiesta dalla Società Energas S.p.A., in queste condizioni, è un atto
dovuto. Oltre alla presenza delle gravi problematiche esposte bisogna considerare anche quelle di
natura strutturale in cui versa il Porto Alti Fondali. Uno studio ingegneristico presentato nel 2014
dall’Acquatecno srl (leader nel settore dell’ingegneria marittima ed ambientale), effettuato per
conto dell’allora Commissario dell’Autorità Portuale, avv. Falcone, tra le criticità metteva in
evidenza per il Porto Alti Fondali: “l’inadeguatezza delle infrastrutture portuali esistenti alla
normativa sismica vigente”; la stessa Energas S.p.A. dichiarava che il pontile era: “ … interdetto
all’uso per motivi statici…”
Con nostra grande meraviglia e stupore, siamo venuti a conoscenza che l’Energas, in data 13
novembre 2018, inviava a Patroni Griffi e agli Enti competenti copia cartacea e digitale dello studio
di vulnerabilità sismica effettuato dalla società di ingegneria IG&P srl per conto della stessa società,
sulle strutture del Porto Alti Fondali e faceva presente che “lo studio in applicazione dei recenti
criteri stabiliti dalle NTC 2018 (D.M. 17 gennaio 2018) evidenzia la positiva risposta sismica della
struttura soggetta ai carichi di esercizio previsti in progetto soddisfacendo pienamente i relativi
requisiti di sicurezza e staticità”, per cui l’ing. Marino, gestore e procuratore dell’Energas,
chiedeva all’Autorità di Sistema Portuale e ai Ministeri di “confermare l’acquisizione dello studio
di vulnerabilità sismica richiesto ed il conseguente prosieguo del procedimento presso il Comitato
di Gestione per l’acquisizione del parere di competenza”.
Ora facciamo una riflessione: quanto riportato dallo studio di ingegneria dell’Acquatecno srl è
in netto contrasto con la documentazione presentata successivamente da ENERGAS tendente ad
annullare le precedenti valutazioni e le criticità presenti su quel porto. Dei due studi d’ingegneria
fatti sull’identico Porto Alti Fondali, quale è quello da prendere in considerazione? Perché
l’Autorità Portuale si avvale di un atto procurato da chi ha un interesse privato e che addirittura
sconfessa la stessa ENERGAS?
Eppure finora una sola cosa è cambiata: la presenza del Dott. Patroni Griffi quale Presidente
dell’Autorità di Sistema Portuale, mentre lo stato del porto Alti Fondali è solo diventato più
fatiscente.
Siamo a conoscenza che è stato sottoscritto un accordo quadro di collaborazione tra il
Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi, e
il Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di Enea, Roberto
Morabito, finalizzato alla realizzazione di un sistema di monitoraggio statico e sismico del Porto
Alti Fondali.
Ci auguriamo che il sistema di monitoraggio statico e sismico da realizzare possa
interessare l’intero Porto Alti Fondali e che non sia finalizzato a trovare delle soluzioni utili
“in tempi brevi” così come richiesto e auspicato dall’Energas, per l’utilizzo della banchina A5.
Anche agli occhi di profani si evidenzia che tutte le strutture portanti del Porto Alti Fondali
versano in precarie condizioni (vedi foto allegate). Inoltre, in caso di necessità, i mezzi dei Vigili
del Fuoco e di soccorso devono poter accedere in sicurezza; questo presuppone che l’intero Porto
Alti Fondali debba essere ristrutturato adeguatamente e non solo la banchina A5.
Ci chiediamo: perché sono state concesse tante opportunità all’Energas per rimediare alle
notevoli carenze riscontrate in un progetto obsoleto risalente al lontano 1999?
Perché non bisogna tenere in debita considerazione “il principio di precauzione”, la sicurezza
delle persone e la tutela dell’Ambiente? Abbiamo l’impressione che alcune Istituzioni facciano il
tifo per l’ENERGAS e che non curino la sicurezza, la salute e il bene comune della popolazione di
Manfredonia.
Il Comune, i cittadini e le varie associazioni di Manfredonia, provinciali, regionali e nazionali
hanno da sempre manifestato la loro contrarietà e fatto presente la pericolosità e le varie
conseguenze che possono derivare da un mega deposito di GPL di 60.000 mc., a rischio di incidente
rilevante che precluderebbe le potenzialità di sviluppo del nostro Territorio. Ci auguriamo che si
possa porre fine a questo stillicidio di interventi in maschera.
La città di Manfredonia con un referendum, a caratteri cubitali, ha detto “NO ENERGAS” con
il 96,2% dei partecipanti. Non si può imporre ad una popolazione di accettare una condizione di
“Rischio rilevante”.
Anche la Costituzione sancisce il principio del rispetto della volontà della comunità locale.


Manfredonia 10/05/2020
Per il CAONS

Ing. Matteo Starace

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Comunicato Stampa

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