Attualità Capitanata

Balorda miseria su un delfino, morto impigliato tra le reti di pesca – 1966

Manfredonia – La pioggia di sole fuoriusciva da fori di cirri bluastri che si allargavano con gocce che bagnavano l’aria delle grigie onde che inquietavano il panorama sipontino , ammortiva l’ambiente del fastidioso pomeriggio stanco e macilento , sconfinato raso la costa, arido come soffio di schiume argillose a virgole .. il battito del rumore s’era acquietato,dopo il rientro dei motopescherecci lampeggiati dalla luce del piccolo faro del molo di ponente ,si avviavano all’ormeggio delle regole,per quanto riguardava il posto barca. Nelle tante barche attraccate ..ce ne fu una che aveva a poppa un delfino medio come grandezza, morto: si era aggrovigliato nelle reti di un pescatore sicuramente nelle notte,dove nessuno lo ha potuto aiutare.

Gli anni portavano in quel giorno 1966, sfortunatamente quella sorte era toccata al mio babbo,che disperato chiese aiuto per portarlo giù alla struttura della parte di terra dello scafo.. dove era sopraggiunta anche la Finanza, per i controlli al delfino ch’era un po’ sanguinante dalle mascelle armate da denti bianchi e un po’ ingialliti: la gente raggruppata tutti intorno a curiosare il candido mammifero con i dentini in faccia al cielo. Stava calando l’ inoltrata atmosfera serale i commenti pacchiani di quell’epoca un po’ alla buona fatta però di superficialità,di un cattivo gusto di comportamento .Ad un certo punto lasciarono il delfino morto tra l’acqua e lo scafo.. ed a uno a uno iniziarono ad andare via, comprese le forze dell’ordine. Alla fine rimasero pochi sciagurati , tra questi arrivò uno senza scrupolo non si rese conto di quello che propose.. a quella poca cerchia di persone rimaste:ad un certo punto dopo i suoi strani discorsi ..tirò fuori un lungo coltello a serramanico ed iniziò sotto gli occhi dei pochi spettatori presenti rimasti..iniziò a fare a pezzi il delfino , per fare cena o pranzo per il giorno dopo,da preparare un piatto con il sugo di pomodorino disgustoso .

Riferendomi alle parole del grande scrittore siciliano, Gesualdo Bufalino, “ Per combattere la mafia e l’ignoranza il giusto occorrente sarebbe un esercito di maestri. Quando, coinvolgendo altre persone.. porse mano distribuendo ad ognuno la sua parte per poi andarsene tranquillo lo sciagurato mascalzone.. senza che nessuno fiatasse,nemmeno la vigilanza della Marina era più presente oramai .Tutto passò inosservato tra le palanche di legno …mentre il babbo visto questo, se ne tornò a casa abbattuto con pezzi di delfino nel secchio,senza sapere cosa farne e frastornato. La pioggia di sole era sparita, nella ragione del niente di quel suo paese che ignorava, la protezione del mammifero cetaceo, col muso acuminato ,con gli occhi chiusi e nero sul dorso, grigio sui fianchi ,bianco sul ventre con la pinna a mezzaluna, unto con buchi a tondo”.

di Claudio Castriotta

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Redazione

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