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Assemblea su cementificazione e periferie con i residenti dei Comparti

I residenti dei comparti CA si sono messi in contatto con noi e ci hanno chiesto uno spazio per poter raccontare la loro situazione (speculazione sulle pelle delle famiglie, urbanizzazione non conclusa, carenza di servizi, assenza di luoghi di aggregazione) e la loro lotta. Ospiteremo dunque una piccola assemblea aperta a quanti e quante vorranno condividere con noi un momento di riflessione su cementificazione e periferie per costruire nuove pratiche di socialità e di cultura fuori dal profitto, per costruire una città nuova sul CEMENTO, VIVO.

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Che cosa vuol dire “cemento” per te?
Cemento, per alcuni, vuol dire appalti, commesse di materiale edilizio, cantieri: denaro, corruzione e voti. Per altri vuol dire un’invasione di case insicure, fragili, non coibentate, energeticamente costose e spesso vuote e inutili, insieme a capannoni, autostrade, parcheggi, cave e strade: si chiama “città diffusa”, ma diffonde solo consumo dissennato di suolo, spreco energetico, speculazione edilizia, quartieri dalla qualità di vita sempre più bassa, mutui per comprare il debito di una vita e affitti per pagare il debito di essere semplicemente vivi.
Il cemento ha fatto guadagnare tanto, a pochi.
Il cemento ha aiutato tanto, pochi.
Cemento, per alcuni, significa “offrire posti di lavoro” in cambio di voti, voti da barattare con piani regolatori generosi ed amichevoli e modifiche di uso di terreni non idonei, voti da barattare con una politica che chiude gli occhi su evasione e irregolarità, su lavoro nero e mancanza di sicurezza: non c’è lista senza amici del cemento, non c’è partito vincente senza palazzinari. Cemento per altri significa morire: nel 2015 i morti per incidenti nei cantieri o per patologie professionali hanno superato le 1000 vittime.
Il cemento ha fatto tanto, per pochi. Cosa ha fatto per te?
Ti ha dato centri storici sempre più inspiegabilmente vuoti e svalutati in attesa di essere oggetto di nuove aggressioni imprenditoriali a danno dei piccoli proprietari, ti ha dato periferie immense con meno spazi verdi, con alberi ridotti a un mozzicone che aspettano di essere sostituiti, panchine spaccate, prati che sembrano giungle, giochi per bambini che non sanno cosa sia la manutenzione ordinaria. Riqualificare e rivalutare questi spazi deserti, seppure abitati, è la nuova frontiera dell’affare edilizio: la riqualificazione e la gentrification. Aumentare il valore di zone immobiliari degradate significa nuovi appalti e nuovi guadagni, significa arricchire le grandi proprietà che hanno soppiantato le piccole ed espellere i poveri per via dell’aumento dei valori immobiliari: un affare enorme per alcuni ed una sciagura altrettanto enorme per altri.
Partendo da questa riflessione chiamiamo i cittadini e le cittadine di Manfredonia a pensare,costruire ed abitare spazi fuori dal circuito della cementificazione, chiamiamo la città ad impegnarsi culturalmente e socialmente per creare luoghi che non esistono ancora, perché inghiottiti dalla speculazione del cemento.
Cemento vivo è una chiamata diretta, senza deleghe, a riappropriarsi dal basso di quanto ci è stato sottratto nel tempo con la cultura della messa a profitto degli spazi urbani calata dall’alto ed al servizio degli interessi di pochi.

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Redazione

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