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Addio al bonus di 80 euro in busta paga. Ministro Tria: “Sparirà”

“Nell’ambito della riforma fiscale gli 80 euro saranno riassorbiti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, spiegando che “l’introduzione degli 80 euro fu una decisione sbagliata, anche tecnicamente fu un provvedimento fatto male e anche il precedente governo cercava di cambiarlo”.

Cos’era il c.d. “Bonus Renzi”

Il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 (Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale) all’articolo 1 ha riconosciuto, a partire da maggio 2014 e fino a dicembre 2014, un credito IRPEF di 640 euro complessivi ai titolari di reddito da lavoro dipendente e di alcuni redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, la cui imposta lorda determinata su detti redditi sia di ammontare superiore alle detrazioni da lavoro spettanti.

Tale misura è stata poi confermata dalla legge di stabilità 2015 (articolo 1, commi 12-13 e 15, legge 23 dicembre 2014, n. 190) che ha reso strutturale il Bonus fiscale a partire dal 2015 riconoscendo, agli aventi diritto, un importo complessivo pari, nella sua misura massima, a 960 euro annuali.

Tale credito, che non concorre alla formazione del reddito, è ripartito tra le retribuzioni erogate successivamente alla data di entrata in vigore.

La normativa prevede che il credito sia riconosciuto in via automatica da parte dei sostituti di imposta, senza attendere la richiesta esplicita da parte dei potenziali beneficiari ove ne sussistano i requisiti (tipo di reddito, sussistenza di IRPEF a debito in seguito alle detrazioni da lavoro dipendente, limiti di reddito).

Viceversa, gli assicurati sono tenuti a comunicare al sostituto d’imposta di non avere i presupposti per il riconoscimento del beneficio. La comunicazione della rinuncia al Bonus 80 euro avviene attraverso il servizio online presente nel Fascicolo previdenziale del cittadino.

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Redazione

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