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Eliminare le barriere architettoniche: dalla normativa ai bonus

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L’accessibilità degli edifici è un tema trasversale che riguarda molte più persone di quanto si immagina. Eliminare le barriere architettoniche, oltre ad essere un dovere civile, tra qualche anno diventerà una necessità per garantire la vivibilità nel mondo.
Secondo le stime Unicef, entro il 2050 3,5 miliardi di persone avranno bisogno di ausili per il movimento a causa dell’invecchiamento e delle malattie croniche e sarà fondamentale essere pronti a ridefinire le modalità di spostamento e gli obiettivi nella progettazione degli edifici. Si parla infatti di progettazione universale, un principio stabilito durante la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, che prevede la creazione di strutture che tengano conto di tutte le esigenze delle persone, evitando di agire in seguito con modifiche e adattamenti.
L’Italia ha molto da lavorare in questo senso considerando che il 70% degli edifici è stato costruito prima del 1980 e il 50% addirittura prima del 1970, anni in cui le normative sull’eliminazione delle barriere architettoniche non erano state ancora promulgate.
In questo approfondimento scopriremo i passi avanti fatti e le opportunità per migliorare la qualità della vita di persone con difficoltà motorie.

Eliminare le barriere architettoniche: la normativa

La prima norma che affronta l’eliminazione delle barriere architettoniche è la legge 13/89, in cui si stabiliscono i termini e le modalità per garantire l’accessibilità agli ambienti, in particolare quelli pubblici.
Negli anni la normativa è stata perfezionata e sono state aggiunte anche indicazioni per gli edifici privati e per gli edifici privati con accesso al pubblico. Nella Legge di Bilancio 2022 sono state inserite delle detrazioni fiscali per gli interventi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche, che sono state poi rinnovate anche nel 2023 con specifici bonus.
La legge del 1989 resta però un caposaldo in questo senso e in essa è anche contenuta la definizione di barriere architettoniche, descritte come:

  • ostacoli fisici fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
  • ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti;
  • mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i ciechi, per gli ipovedenti e per i sordi.

Una definizione anche lungimirante perché non limita il discorso a categorie di persone, ma lo estende a ogni persona.

Come eliminare le barriere architettoniche
Le soluzioni per eliminare le barriere architettoniche sono molteplici e, grazie all’avanzamento tecnologico, si possono progettare impianti su misura che non vanno a intaccare la struttura originaria.
Per essere meno invasivi nella realizzazione dell’impianto, è possibile installare un montascale condominiale in presenza di barriere architettoniche che si integra perfettamente a elementi come scale o spazi con gradini.
Ci sono inoltre ascensori compatti o ascensori esterni che richiedono pochissimi interventi sulla struttura.
Bisogna tuttavia tenere conto di eventuali vincoli sulla struttura o di specifiche regole condominiali per studiare la soluzione più adatta.

Bonus per eliminare le barriere architettoniche: come funzionano
Per l’installazione di impianti volti a eliminare le barriere architettoniche ci sono diverse detrazioni Irpef e alcuni apparecchi hanno anche l’IVA agevolata al 4%.
Con la legge di bilancio 2022 è stato invece introdotto il bonus barriere architettoniche che permette di recuperare il 75% dell’investimento come detrazione fiscale per tutti gli interventi che consentono l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici già esistenti.

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