Storia

4/3/1943: 80 voglia di Lucio

“Dice che era un bell’uomo e veniva dal mare…”. Chi, leggendo queste strofe, non prova l’impulso di canticchiare 4/3/1943, la più celebre tra le canzoni di Lucio Dalla, il grande ed indimenticato cantautore bolognese scomparso prematuramente ed improvvisamente nel 2012.

Ed il mare che lambisce, che bagna, che spruzza di infinite goccioline o abbraccia con la sua stucchevole intensità, è onnipresente nella sua produzione. Un mare che Lucio aveva conosciuto da bambino, in Puglia, e precisamente a Manfredonia. È infatti qui che Lucio Dalla ha trascorso la sua infanzia ed è proprio un’immagine di Manfredonia a campeggiare sulla copertina di quel suo primo capolavoro senza tempo che intitolò con la sua data di nascita.

Arrivava alla fine di maggio, per poi ripartire all’approssimarsi dell’autunno. “Io non avevo mai visto Manfredonia, ma capivo che dentro Lucio c’era un mondo che era il mondo di Manfredonia, quello che aveva vissuto da bambino”, racconta Ron, all’indomani della scomparsa dell’artista, quando venne a Manfredonia per l’intitolazione del teatro comunale all’amico di una vita. Ma per RON – Rosalino Cellamare fu un ritorno: in questa città era già stato con Lucio all’inizio delle loro carriere. “Ricordo che mi portava in un cinema all’aperto, la sera. Era un Lucio sereno in questa Manfredonia: non l’ho mai visto così a suo agio. Capii che per lui era una casa, una casa davvero; era qualcosa di speciale”.

Per ognuno i ricordi più belli ed emozionanti sono sempre quelli legati all’infanzia, e l’infanzia di Lucio equivaleva, appunto, a Manfredonia. Ma perché proprio nella città sipontina? E per di più in un periodo, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, in cui il Gargano era un luogo ancora ai più sconosciuto?

Facciamo un passo indietro. La mamma di Lucio Dalla, Iole Melotti, faceva la modista, o come si direbbe oggi, la stilista: disegnava, tagliava e cuciva vestiti di gran classe. Iniziò a frequentare Manfredonia dagli anni ’30, quando suo padre, rimasto vedovo, ed i suoi fratelli vi si trasferirono per lavoro. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la famiglia di Iole ritornò a Bologna, ma l’estrosa e creativa signora (da cui Dalla confesserà di aver ereditato molto) aveva ormai in Capitanata un’affezionata clientela e continuò a venire a Manfredonia ogni estate, portando con sé il figlioletto Lucio.

Anno dopo anno, per tanti bambini manfredoniani l’estate non cominciava per davvero finché dal treno sbuffante di fumo che fermava nel cuore del centro sipontino non vedevano scendere quel loro simpatico piccolo amico. A Manfredonia Dalla, che arrivava con la mamma ed uno stuolo di sarte ed indossatrici, alloggiava per l’intera estate al numero uno di via dell’Arcangelo, oggi sede di un b&b, tra il maestoso castello svevo angioino e di fronte la spiaggia; all’epoca l’appartamento era accanto al Dancing Pastore, il ristorante sullo sfondo della fotografia usata per la copertina di Cambio (album di Dalla del 1990) in cui il cantautore, la mamma ed una cugina stanno seduti dietro un tavolo.

Lucio già nelle sue estati sipontine dimostrò di amare la musica, che, dal dopopranzo e fino al tardo pomeriggio, lo teneva occupato con più d’uno strumento: la batteria, che tante proteste sollevava nei vicini di casa che non riuscivano a riposare; la fisarmonica e l’armonica a bocca.

Dopo aver fatto merenda con pane e pomodoro, pietanza per cui andava matto, scendeva in spiaggia e, finiti i canti, le danze e le suonate interminabili, si tuffava in mare a rinfrescarsi con i suoi piccoli compagni, gli amici che gli resteranno cari per tutta la vita.

Tantissimi sono gli aneddoti ed i ricordi che accompagnano l’infanzia di Lucio sulle rive del golfo e molti di questi sono narrati in ‘Ti racconto Lucio Dalla’, un libro scritto nel 2013 da Angelo Riccardi, sindaco di Manfredonia dall’aprile 2010 all’aprile 2019, che strinse col cantautore una lunga e sincera amicizia.

Tra i tanti, vi si legge che sulla terrazza della palazzina in cui alloggiava, la mamma organizzava i défilé per le sue clienti e spesso inseriva le esibizioni del suo bambino, che già all’epoca divertiva e stupiva. Gran rullo di tamburi, luci basse, poi musica ed ecco apparire Lucio nelle vesti di Totò: bombetta, frac, pantaloni a “saltafosso”, ritmo e disarticolazione delle braccia e delle gambe e il mento che andava ora a destra, ora a sinistra. Un giorno, Lucio fece il ‘dottorino’, sul balcone dell’appartamento dove alloggiava. Sotto, una piccola folla in fermento. Risate a non finire, e poi quella squassante di un uomo robusto, ben piantato, dal viso famigliare. Era Aldo Fabrizi, famosissimo attore dell’epoca, di passaggio a Manfredonia per andare a San Giovanni Rotondo e far visita a Padre Pio, il quale disse, rivolgendosi a Lucio: «Ragazzo, ne farai di strada!».

Lucio a Manfredonia conseguì la licenza media, presso la scuola Mozzillo, e nel 1982 la patente nautica. Nel 1997 gli venne conferita in una gremitissima piazza Duomo la cittadinanza onoraria ed in quella occasione Lucio Dalla dichiarò di sentirsi “profondamente manfredoniano”.

Continuò a tornare e a ritornare sulle rive del golfo anche dopo essere diventato famoso. Spesso capitava che tra un tour ed un altro in piena notte i sipontini lo scorgessero passeggiare per le vie della città o seduto sugli scogli a tuffarsi con gli occhi tra le onde.

Erano i luoghi della sua infanzia. I luoghi della sua anima, profonda, come solo quella di un poeta sa essere. Profonda, così com’è profondo il mare.

Ciao Lucio!

Maria Teresa Valente

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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