“25 Aprile, il giorno della Liberazione rappresentò la fine dell’inferno in terra”

Manfredonia – IL giorno della Liberazione rappresenta la fine dell’inferno in terra, del ritiro delle truppe tedesche e fasciste, degli sbarchi e arrivi degli alleati.
Primo Levi scrisse: “se questo è un uomo“. L’uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore. Il premio Nobel per la letteratura, Salvatore Quasimodo, riferendosi alla guerra diceva: “Con il piede straniero sopra il cuore, in trincea trai fili spinati“.
Questo fa anche riferimento al 25 aprile, dove anche il nemico ha liberato l’anima venduta al diavolo; difficile immaginare per chi non l’ha vissuta in prima persona la tremenda distruzione di ogni affetto e bene sulla terra: questa bestia denominata guerra.
Mi raccontava spesso il caro babbo della bruttura e della perdizione dell’anima, del corpo e della mente. Mi diceva: “Vagavo a volte per interi giorni, senza saper né cosa facessi né dove mi trovassi, uno strano stato di confusione, tra palazzi crollati e corpi ammazzati di fianco.
Ecco caro figlio, cosa abbiamo vissuto in quel tremendo infernale abisso senza avere la possibilità del risalire”.
Oggi mi ritrovo ad affrontare a nuova liberazione , con le lacrime agli occhi – da un sfregio sul cuore ,che vedo sanguinare di speranza – per la Festa Nazionale .
di Claudio Castriotta