Cronaca EsteraStoria

11 settembre: vent’anni dopo

Non sono ancora le 9 in una mattina di fine estate, a New York. Un aereo di linea sorvola Manhattan a bassissima quota, attirando gli sguardi dei passanti. In qualche secondo, la curiosità si trasforma in orrore: il velivolo si schianta sulla torre nord delle Twins Towers, i grattacieli gemelli che svettano a oltre 400 metri nello skyline dell’isola newyorchese. È questione di neppure 20 minuti e ne arriva un altro a colpire la torre sud, prima che entrambe collassino e avvolgano la zona in una nuvola di fumo che ricorda quella di un’esplosione.

È l’11 settembre 2001 e gli Stati Uniti stanno vivendo il primo attacco sul loro suolo dai tempi di Pearl Harbour: il nine eleven, come lo chiamano negli Usa seguendo la scansione dei mesi sul calendario anglosassone. L’attentato più sanguinoso nella storia Usa e un trauma che si sarebbe ripercosso sugli equilibri globali. Fino a oggi.

Alle 9:37, poco dopo lo schianto del secondo aereo sulla torre Sud, un Boeing 757 di American Airlines precipita sulla facciata ovest del Pentagono, la sede dell’esercito Usa. Pochi minuti dopo un altro Boeing avrebbe dovuto abbattersi sul Campidoglio, la sede del Congresso americano, ma alcuni dei 33 passeggeri sono insorti e hanno cercato di manomettere il piano dei terroristi. Precipita a sua volta alle 10:03 in Pennsylvania, a 200 chilometri in linea d’aria dall’obiettivo che avrebbe dovuto distruggere.

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Redazione

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