Vendola ricorda Berlusconi: “Morì mio padre e mi chiamò. Volle sapere tutto di lui”
Anche Nichi Vendola, già presidente della Regione Puglia per due lunghi mandati (dal 2005 al 2015), in queste ore ha raccontato un ricordo personale di Silvio Berlusconi. Vendola, da sempre in campo contro la cultura berlusconiana che in Puglia aveva sempre avuto un largo consenso, ora ricorda Berlusconi con affetto ed emozione sul piano personale.
Vendola ricorda una telefonata con il Cavaliere in un momento molto doloroso. “Era il gennaio 2009, anche se papà era malato da tempo la sua morte per me e per la mia famiglia rappresentava un fatto drammatico, uno squarcio nel cuore. Papà era molto amato in paese e il suo funerale fu un funerale di popolo. Berlusconi si informò in prefettura della tempistica della cerimonia funebre. Così appena torno a casa, mentre ero stordito dalle emozioni, squilla il cellulare e la batteria del Viminale mi annuncia il presidente del Consiglio”, ha raccontato l’ex governatore al Corriere della Sera.
Quello scambio, fra il Cavaliere e un suo storico avversario politico, Vendola lo ricorda ancora bene per la sua intensità. “Rispondo all’inizio con parole asciutte e formali, ma Berlusconi mi chiede di raccontargli chi fosse papà e cosa avesse fatto nella sua vita. E io racconto e mi commuovo e la telefonata dura più di un ora e lui mi consola: quel gesto, quelle parole, quell’intimità nel dolore, furono un bel momento di sensibilità umana, di cui sarò sempre grato a quel Berlusconi che ho combattuto con tutta la mia passione”.
Dopo una lunga vita che ieri si è spenta a ottantasei anni, Berlusconi esce di scena lasciando un Paese che ha diviso fra suoi sostenitori e suoi avversari. Per Vendola, però, la sua morte è un momento storico che chiude una parentesi importante per il Paese. “La durezza della contesa pubblica non dovrebbe mai degradare in odio e in disumanità. Ora che il Cavaliere è morto, ora che si è compiuta la sua pirotecnica vicenda, vale per lui l’antica invocazione: riposi in pace”.