Ugo Galli: “La stampa a Manfredonia influenza l’opinione pubblica, è il quarto potere”
Ugo Galli: “La stampa a Manfredonia influenza l’opinione pubblica, è il quarto potere”
PENNIVENDOLI IMPRESENTABILI
Il “quarto potere” si colloca accanto ai tre costituiti.
Tale definizione allude alla capacità, appartenente alla stampa, di influenzare l’opinione pubblica attraverso il dispiegarsi della sua azione.
Ne deriva la notevole rilevanza, annessa all’effettiva presenza di una stampa libera, che informi, ispirandosi alla verità oggettiva, senza condizionamenti o timori di sorta: dunque, scevra da qualunque forma di schieramento, seppur indiretto, di carattere politico ovvero da orientamenti ideologici.
Orbene, una delle deviazioni più becere dal paradigma individuato e’ costituita dalla figura del pennivendolo, ossia del “giornalista mercenario che, indipendentemente dalle proprie convinzioni, sposi la causa di chi può assicurargli maggiori vantaggi”.
Si tratta, in buona sostanza, di una negazione radicale della valenza etica, riconducibile ad un’attività nobile, quale quella di aggiornare la cittadinanza.
La professione in parola, se esercitata con la schiena dritta, può rivelarsi idonea a contribuire alla gestione della cosa pubblica, ponendo la comunità nella condizione di comprendere ciò che accade e le modalità, prescelte dalla classe dirigente per amministrare, quindi per soddisfare o meno le esigenze della comunità.
Ne discende anche la tendenza teorica ad indurre i titolari del potere a rivedere decisioni, non vantaggiose per la comunità.
Nulla di tutto ciò si materializza, al contrario, allorquando operano personaggi penosi, inclini, puntualmente, ad interpretare in modo ottimale il ruolo del pennivendolo, schierandosi, senza pudore,a seguito dell’ennesima giravolta, in favore dei vincenti pro-tempore.
La trasposizione di questi figuri, in senso storico-politico, porrebbe gli stessi tra le nefaste manifestazioni della prima repubblica.
Essi, invece, si trascinano stancamente tra un fazioso impiego dei social ed una compulsiva forzatura degli strumenti lavorativi, esprimendo angoli visuali, palesemente viziati dai preconcetti o dai desiderata del momento , concorrendo alla proliferazione della mistificazione, eretta a sistema del loro agire.
Un pessimo esempio per la società!
Ugo Galli Consigliere Comunale