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Sesso protetto: troppo pochi i giovani italiani che usano il preservativo

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Tra gli allarmi legati alla salute che più stanno caratterizzando lo scenario attuale, non si può non chiamare in causa l’uso, sempre più scarso da parte dei giovanissimi, del preservativo, il principale contraccettivo di barriera maschile.

Oltre a prevenire le gravidanze indesiderate e le malattie veneree, il preservativo aiuta anche a ridurre il rischio di contrarre infezioni batteriche che possono degenerare in cistiti – al riguardo suggeriamo di leggere questo articolo del sito dimann.com sulla cistite post coitale – o altre condizioni patologiche; eppure, nonostante questi pericoli, sono troppi i giovani italiani che non riconoscono l’importanza del sesso protetto e, di conseguenza, non fanno uso del profilattico.

A mettere in primo piano dati sconcertanti sull’uso del preservativo da parte dei giovani in Italia ci ha pensato il recente rapporto “Giovani e Sessualità” di Durex.

Per amor di precisione, è il caso di ricordare che questo osservatorio non è una novità. Da ben sei anni, infatti, la celebre azienda produttrice di condom, salita agli onori della cronaca, negli ultimi anni, per il fatto di proporre campagne pubblicitarie aventi lo scopo di rompere molti tabù sulla sessualità, raccoglie dati che fanno riflettere, e non poco, sul punto di vista dei giovanissimi sul sesso protetto.

Gli ultimi dati, come già detto, sono più che allarmanti: in Italia, solo quattro giovani su dieci tra gli 11 e i 24 anni hanno affermato di utilizzare regolarmente il condom.

Se si confronta questo numero con quelli del 2019, ci si può accorgere di un calo a dir poco drastico: 15 anni fa, infatti, era pari al 57.

Perché i giovanissimi non usano il preservativo?

L’osservatorio di Durex è andato a fondo anche dei motivi per cui i giovani italiani, oggi come oggi, non usano il preservativo. I soggetti inclusi nel campione hanno messo in cima alla lista l’intenzione di non interrompere il momento di intimità. Al secondo posto, invece, troviamo le difficoltà di dialogo fra partner.

La ricerca sopra citata ha altresì fotografato un aumento della percentuale del primo rapporto sessuale nella fascia 11 – 13. Se, nel 2019, erano il 3% del campione, nel 2023 la percentuale è aumentata anche in questo caso, arrivando al 12.

La parola agli esperti

Questi numeri, che si possono a ragione definire allarmanti, sono stati ovviamente commentati da diverse voci esperte. Degno di nota, per esempio, è il punto di vista di Paolo Zotti, ad del colosso Reckitt Benckiser Healthcare, riferimento per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti di numerosi brand che operano nel mondo della salute, tra cui Durex.

Raggiunto dai giornalisti de L’Espresso, ha sottolineato come, tra le ragioni che portano i giovani a mettere sempre più da parte l’utilizzo del preservativo, ci siano fattori come l’imbarazzo nel momento in cui devono indossarlo, così come la vergogna nel chiedere di averne uno a disposizione.

Secondo il suo punto di vista, è impellente un impegno collettivo di coinvolgimento, che ricordi ai più giovani che, quando si parla di preservativo, si chiama in causa un vero e proprio atto di responsabilità.

Poco agio nell’affrontare il tema (con rischi gravi)

Un nocciolo indubbiamente importante nel momento in cui ci si sofferma sull’uso scarso del preservativo da parte dei giovani in Italia è il poco agio, numeri anche questa volta alla mano, nel discutere del tema della sessualità.

Come evidenziato, nell’ottobre 2023, dal sondaggio “Giovani e Sessualità”, condotto dagli esperti del sito Skuola.net, tra i portali più visitati dagli studenti di medie e liceo, il 45% dei giovanissimi si rivolge al web per dipanare i dubbi sulla sessualità. Il motivo? Provano imbarazzo a fare domande sul tema e non hanno idea delle persone giuste a cui rivolgersi.

La piaga delle fake news, in questo come in tanti altri casi, è dietro l’angolo.

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