Attualità Capitanata

“Scusami se ti amo”

“Scusami se ti amo. Libe”. Sono ormai quattro anni che questa scritta a caratteri cubitali campeggia sulle mura della fortezza di Manfredonia e non riesco a fare a meno, guardandola, di pensare quanto sia strano che con l’avvento dei social, che rende la comunicazione immediata e virale, ci siano ancora i nostalgici dello spray (in realtà non riesco a fare a meno di pensare anche che dopo quattro anni la scritta sia ancora lì!).

Poco più in là c’è anche una dedica di auguri ad un/una 18enne. Ovviamente con tanto di cuore per sottolineare che è stata fatta proprio con sentimento sincero (?!?). E sparse ce ne sono ancora altre.

Scrivere su edifici o panchine o beni pubblici in generale, sembra quasi far riemergere l’istinto primordiale dell’uomo di quando incideva graffiti sulle pareti delle grotte. Da allora, però, di tempo ne è passato e i modi per comunicare sono decisamente cambiati, anche se, come canta Gabbani, accade che ogni tanto “l’evoluzione inciampa” e “la scimmia nuda balla”.

Che peccato veder imbrattato il nostro meraviglioso castello le cui mura sono impregnate di secoli di storia! Quello che non poterono i turchi nel ‘600 (quando lo assaltarono) o i tedeschi durante la seconda guerra mondiale (quando cercarono di farlo saltare in aria), riescono purtroppo oggi bande di adolescenti deturpandolo con dediche varie e insozzandolo qua e là con rifiuti di ogni tipo (e ciò rende estremamente ardua anche una passeggiata nel fossato per godere del suo splendore).

Spesso si parla di una Manfredonia sporca, quando più corretto sarebbe dire ‘sporcata’, da chi proprio non riesce a capire che i primi ad avere attenzione e cura per la propria città devono essere i suoi cittadini.

Caro o cara Libe, mi auguro sinceramente che lui o lei ti abbia scusato o scusata e che il vostro amore sia proseguito senza problemi e che non siate stati costretti a scusarvi altre volte (a meno che non mi sia persa delle scuse su altri monumenti).

Scusami se ti amo, Manfredonia, e se mi dilungo così in questi arzigogolati pensieri, mossa dal desiderio di vederti finalmente più rispettata dai tuoi figli per poter un giorno diventare ciò per cui Manfredi ti fondò: essere la più bella ed importante città della Puglia (Apuliae caput).

Namasté.

Maria Teresa Valente

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Redazione

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