Musica

Ricordo di Pino Rucher

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Estratto delle interviste del documentario

Pino Rucher – Il suono segreto di Ennio Morricone

00:00 – Assolo di chitarra elettrica da “Il Ragazzo Di Ghiaccio” di Dino

00:15 – Conversazione tra Emiliano Ferri e il M° Ennio Morricone su Pino Rucher

Ennio Morricone: Sì Rucher, il grandissimo chitarrista.

Emiliano Ferri: Sì.

Ennio Morricone: Lui suonava con me molto bene, era bravissimo, me lo ricordo molto bene.

Emiliano Ferri: Sì.

Ennio Morricone: È stato sempre un grande chitarrista, con delle grandi prestazioni, con una generosità importante e rara e me lo ricordo benissimo come se fosse adesso.

Emiliano Ferri: Forse potrebbe parlarmi di lavori nei quali figurava mio nonno, io, io devo dire che un po’ tramite i diari di mio nonno, alcuni documenti, alcune testimonianze di colleghi, so per certo in quali colonne sonore ha suonato.

Ennio Morricone: Allora le basta quello che lei ha detto, che le risulta.

Emiliano Ferri: Maestro, ma io vorrei una sua testimonianza.

Ennio Morricone: Io ho 45 anni, 50 anni di carriera, io ho avuto anche altri chitarristi, come Alessandroni, come D’Amario.

Emiliano Ferri: Sì, sì.

Ennio Morricone: Come Tosoni ed altri, la chitarra elettrica la suonava suo nonno, la chitarra classica Bruno Battisti D’Amario. Mi ricordo benissimo di suo nonno, gliel’ho detto subito che era un bravissimo, eccezionale chitarrista.

Emiliano Ferri: Ecco comunque io, un’altra cosa che volevo chiedere, ne ho parlato anche con il Signor Angelo Franchi, ecco, io vorrei insomma che il nome di mio nonno fosse inserito in quelle colonne sonore dove lui, dove lui ha suonato. Volevo chiedere l’autorizzazione a utilizzare alcuni brani da colonne sonore nei quali sicuramente figura mio nonno, per esempio, il film “L’autostrada del sole”, l’episodio tratto da “Thrilling”, “Per un pugno di dollari”. La chitarra elettrica, chiedo scusa Maestro, chi la suonò in quel film?

Ennio Morricone: Il chitarrista era suo nonno.

01:59 – Intervista del tecnico del suono Giuseppe Mastroianni su Pino Rucher

Nel ’59 ho iniziato a lavorare veramente con l’orchestra, etc., di cui faceva parte anche il sig. Pino Rucher, grande chitarrista che ha lavorato poi per anni insieme con i vari maestri: Morricone, Bacalov, Trovajoli, Riz Ortolani, Gianni Ferrio, De Masi, Nascimbene, Rustichelli, Lavagnino, tutta gente che faceva colonne sonore importanti etc.

Adesso vorrei commentare qualche colonna sonora con la presenza del Pino Rucher alla chitarra e me come tecnico del suono, fatti nei tanti anni insieme.

Per un pugno di dollari – Ennio Morricone

Il suono di questa chitarra elettrica che avete appena ascoltato è diventata poi una moda, suonata da Pino Rucher naturalmente, in altri film, in altre cose è diventata poi una moda di tutta la serie dei western all’italiana.

Idoli controluce – Ennio Morricone

Quello che avete ascoltato o state ascoltando adesso in questo momento è un Pino Rucher versione jazz che ha fatto anche ne “La dolce vita”, [in] “Giulietta degli spiriti” e altri molti brani.

Una pistola per Ringo – Ennio Morricone

Questa è la chitarra che avete ascoltato adesso era una scena del film “Una pistola per Ringo” con Giuliano Gemma.

Uccellacci e uccellini – Ennio Morricone

Quello che state ascoltando è un brano de “Uccellacci e uccellini”, che la maggior parte della colonna sonora del film era di chitarra classica; in questa parte, invece, c’è la chitarra elettrica che fa il suo assolo de Pino Rucher.

Il buono, il brutto, il cattivo – Ennio Morricone

Questo che state ascoltando è “Il buono, il brutto, il cattivo”, registrato da me all’International Recording nel 1966, con Pino Rucher che suonava con una chitarra Fender Jaguar; uno dei primi ad acquistarla questa chitarra, che veniva commercializzata da Casale Bauer.

Matchless – Ennio Morricone

I pugni in tasca – Ennio Morricone

Quello che avete ascoltato o state ascoltando è il primo film di Marco Bellocchio, è il primo film che Morricone ha fatto con Marco Bellocchio, con la partecipazione di Rucher, naturalmente con la sua chitarra elettrica. È stato registrato allo studio B della RCA italiana nel 1965.

Diciottenni al sole – Ennio Morricone

Quello che avete ascoltato in questo momento è il film “Diciottenni al sole” con la interpretazione di Catherine Spaak.

Teorema – Ennio Morricone

Quello che avete ascoltato è dal film “Teorema” di Ennio Morricone.

08:37 – Intervista del direttore d’orchestra, compositore e pianista Elvio Monti su Pino Rucher

Durante la mia carriera di turnista come venivamo chiamati noi che facevamo i turni di registrazione, appunto per le musiche da film e da dischi; io ho suonato tutti gli strumenti a tastiera dal pianoforte, clavicembalo, celesta, organo, persino le campane tubolari, e mi ricordo [che] nella registrazione del film con le musiche di Ennio Morricone, “Il buono, il brutto, il cattivo”, che c’era alla chitarra Pino Rucher, suonava la chitarra elettrica lui, poi c’era Battisti D’Amario che suonava la chitarra classica, e mi rimase impresso il suono della chitarra elettrica di Pino Rucher che aveva un tocco particolare, lui, per dare risalto alle frasi che Morricone aveva scritto.

La chitarra elettrica suonata da Pino Rucher, con un timbro tutto particolare che mi rimase impresso subito da allora perché è rimasto anche nei film successivi sempre di quel genere lì. Durante l’intervallo della registrazione del film “Il buono, il brutto, il cattivo” io ero molto curioso, andavo sempre al podio dove il M° Morricone stava guardando le partiture per vedere le prossime registrazioni e mi accorsi che nel frontespizio della partitura lui aveva scritto il bbc, e [io] dissi: «Scusa, Ennio, ma che significa il bbc?» E ha detto:  «No, guarda che è solo una cosa mia per non scrivere tutto il titolo del film, ho messo l’abbreviazione de “Il buono, il brutto, il cattivo”».  «Ah, simpatica la cosa!»

Il film “Il buono, il brutto, il cattivo” lo registrammo all’International Recording nel dicembre del ’66, dove Pino Rucher aveva una chitarra, un modello della Fender, che si chiamava Jaguar e aveva un suono particolare, andava benissimo per le esigenze sonore di quel periodo e lui l’aveva già utilizzata prima, per i film western in modo particolare, poi la Fender uscì fuori un altro modello, Stratocaster, e comprò quella per esigenze sonore che erano sopravvenute nel frattempo; in seguito registrammo alla RCA, sempre con le musiche di Morricone, “C’era una volta il West”, dove Pino Rucher suonava la chitarra elettrica sempre, però, con il distorsore, che era un particolare aggeggio che si aggiungeva, si attaccava alla chitarra, che lui aveva già usato in precedenza, ma che in questo film aveva raggiunto la padronanza completa del mezzo,  creando un pathos, una tensione particolare e poi lo usò ancora in seguito, chiaramente.

11:30 – Intervista del batterista Pietro Commonara (in arte, Pierino Munari) su Pino Rucher

E così abbiamo fatto “Per un pugno di dollari”, “Il buono, il brutto, il cattivo” e “Per qualche dollaro in più” che Pino Rucher era il solista elettrico ed era, è stato molto bravo ed [io] ero il batterista che ho suonato in queste colonne; io e Pino Rucher siamo stati sempre assieme. Con Ennio Morricone, Pino Rucher solista e io come batterista abbiamo fatto anche “Una pistola per Ringo” e “Metti, una sera a cena” tra le centinaia di colonne sonore che abbiamo fatto assieme. Nel film “Metti, una sera a cena” mi ricordo bene che ho fatto un assolo di batteria nella scena della torre e poi c’era anche Pino Rucher che ha fatto un assolo nel tema principale.

12:22 – Intervista del contrabbassista Giorgio Rosciglione su Pino Rucher

Pino Rucher era una persona incredibilmente entusiasta, grande appassionato di jazz e di musica in generale, perché era un musicista totale, tant’è vero che molti maestri lo preferivano ad altri chitarristi per la sua inventiva, per la sua maniera di sapersi subito inserire in quel contesto sonoro, che serviva in quella data scena e in quel dato momento del film, anche con i suggerimenti dei maestri; però, lui riusciva a interpretare in maniera eccellente il desiderio del maestro per quello che egli chiedeva. In quel tempo la funzione della chitarra ha visto le ambientazioni dei film, specialmente film di violenza o film di una certa atmosfera; richiedevano queste scene una sonorità che ancora fino a quel tempo non si era mai ascoltata, cioè nel senso la chitarra distorta, però distorta con un certo suono, con una certa incisività che dava proprio il senso della scena, che la musica era molto importante per quel tipo di filmato, di scena con le varie atmosfere; e Pino Rucher era uno di quelli che sapeva interpretare nella maniera migliore questo tipo di sonorità. Io lo ricordo anche se a quei tempi c’erano organici molto grossi e certe volte eravamo molto distanti, appena sentivo il suono della chitarra, subito capivo che era lui anche se era coperto da altri musicisti o altre cose, però sentendo il suono già sapevo che era Pino Rucher; e insieme a lui abbiamo fatto molti film tra i quali “C’era una volta il West”, “Città violenta”, “La classe operaia va in paradiso”; naturalmente il maestro era Ennio Morricone e quindi, potete immaginare, son film storici.

Pino Rucher era uno di quelli che era preferito veramente da tutti e io ho avuto la fortuna di lavorare con lui tantissime volte in tantissimi film; con Ennio Morricone ne abbiamo fatto perlomeno decine. Purtroppo, elementi, musicisti come Pino Rucher non ce ne saranno più, purtroppo, e lo devo dire con molto dispiacere perché era un’altra qualità di musicista, di suono, di modo di interpretare la musica e di dare il massimo che si poteva dare da se stessi e Pino Rucher è stato uno di quelli.

Lui veramente è stato il primo, il primo ad avere delle sonorità con questa grande duttilità che aveva, queste sonorità che davano una spinta, veramente un’atmosfera particolare in quelle scene che servivano; per esempio, prendiamo dei film di Ennio Morricone come “C’era una volta il West”, “La classe operaia va in paradiso” e “Città violenta”; quindi, erano tutti film che avevano un pathos, un’atmosfera particolare, che andava sottolineata con la musica e con quel tipo di sonorità di chitarra che aveva Pino Rucher, che praticamente solo lui aveva, perché era un modo che si era inventato lui attraverso alcuni apparecchi elettronici di allora e che davano queste sonorità che erano giuste, adatte proprio per sottolineare quel tipo di atmosfera e Pino Rucher ci riusciva in maniera eccellente tant’è vero che i maestri lo richiedevano proprio per avere quel tipo di suono.

17:01 – Intervista del tecnico del suono Federico Savina su Pino Rucher

Un’altra caratteristica del M° Pino Rucher esecutore, era la capacità di adattarsi o di adattare, se necessario, la sua caratura interna di natura jazzistica o classica o altre forme che in questo momento non saprei esprimere, ma aveva quella capacità classica del grande interprete e cioè interpretare nota per nota nell’ambito della scrittura, in che modo? Giocando sugli anticipi microscopici, piccolissimi ma che danno sempre quella intensità di andare, di raccontare, no, anticipo nella parola classica della parola, che vuol dire essere davanti agli altri, essere in prima fila, no, davanti e poi c’è un’orchestra che segue; mio fratello quando dirigeva diceva: «Ci sono in un’orchestra i rimorchiati e i rimorchiatori, i rimorchiati possono stare a casa, i rimorchiatori continuino». Però un rimorchiatore sta davanti, invece, essere in prima fila, perché io son quello che sta dettando la musicalità di questo pezzo e la musicalità del pezzo è fatta di che cosa? Di un parlato, di un’intenzione musicale, per cui ogni nota è diversa dall’altra, nel rispetto preciso di quella che era l’intenzione del maestro, del compositore, di chi ha scritto la musica; e questi sono piccoli anticipi, piccoli ritardi, abbellimenti, mai uguali, costanti nel tempo, ma, secondo quello che dice la musica, e quel respiro fatto in anticipo, e quel respiro fatto dopo, e quel respiro lasciato un attimo, ma ripreso, e questi piccoli movimenti nell’interno di una cosa che cammina identificano quello che sta in prima fila e che è vestito di bianco rispetto a tutti gli altri che hanno vestiti diversi. Questo che ho appena detto è verificabile, è sentibile se si pone attenzione in alcune parti del tema che il M° Pino Rucher suona nel film “Il Clan dei Siciliani”. L’attento esame di questo pezzo scritto dal M° Morricone per il film “Il Clan dei Siciliani” proprio verifica questo: lui suona un tema melodico, suonato con la chitarra e le note sono, scusate il termine, puntute, cioè sono secche, precise, non sono, pur essendo scritto musicalmente, credo, esattamente quadrato, non ci sono due note che capitino metronomicamente nello stesso tempo, una nota è lievemente anticipata, una serie di note sono, specialmente gli attacchi delle frasi, alcune ritardate, e questo ondeggiare sopra una base precisa conferisce al pezzo un senso di voglio andare avanti, vado avanti e di determinazione e nel film “Il Clan dei Siciliani” ha una determinazione ben precisa e lo distingue il ritmo dell’orchestra che accompagna questa melodia, ma questa melodia ha un qualche cosa di sapore che si stacca dal resto dell’accompagnamento e si stacca per definire che cosa? L’interpretazione dell’esecutore, in questo caso il nostro Pino Rucher, che riesce a modulare piccole, bisogna stare attenti per sentirle, ma ci si accorge che lui sta davanti, tira, non tira l’orchestra nel senso che l’orchestra ritarda, ma dà, dà lancio all’orchestra, e questo accoppiato ad un’immagine che ha un suo carattere aiuta a definire l’immagine stessa, un’immagine positiva oppure un’immagine negativa se fosse suonato in maniera completamente diversa.

21:40 – Intervista dell’organista e pianista Giorgio Carnini su Pino Rucher

Correva l’anno ’67, quando cominciai era un ambiente completamente sconosciuto, avevo anche paura perché bisognava suonare qualsiasi cosa che ti mettessero davanti e lì in queste musiche da film si cimentavano grandi compositori come Rustichelli, Carlo Savina, Ortolani, Piero Piccioni, cominciava anche Bacalov, Morricone, Nino Rota e lì in avanti minori e maggiori compositori. In quelle circostanze conobbi questo chitarrista molto affermato che era Pino, era Pino Rucher, il quale veniva inevitabilmente chiamato per eseguire queste musiche. La particolarità era che lui fu, credo, il primo a usare i congegni elettrici, elettronici per le sue chitarre, come distorsore, wa wa e altre diavolerie che si comandavano o con un pedale o con una leva della chitarra Fender che lui usava alla perfezione.

In un film di Morricone, “I cannibali”, lui fece un magnifico assolo, molto bello come suono, molto equilibrato, difficile anche per l’estensione per mantenere una certa linea interpretativa, e questo me lo ricordo perché suonavo anch’io l’organo in quell’epoca lì. Era un film di fine ’60, primi ’70, adesso non mi ricordo esattamente l’anno, però mi rimase impresso questo suono di Pino Rucher.

Un altro film che ricordo, quello forse ancora di più, “Il Clan dei Siciliani”, ricordo che erano orchestre enormi, c’era tempo, si ripeteva, c’erano soldi appunto, il compositore poteva sbizzarrirsi a piacere. Questo “Il Clan dei Siciliani”, Morricone devo dire che portava ogni volta un’idea, non ogni volta perché poi ne faceva 2, 3 o 4 con la stessa idea, però portava delle idee completamente nuove ad ogni cambio di stile. Qua, per esempio, usava la chitarra come quasi ostinato, questo LA DO LA MI LA DO LA MI, molto pregnante, dava questo senso e dell’attesa e del fluire del tempo, no? Mi ricordo che Pino Rucher eseguiva questa parte, io suonavo l’organo, suonavamo sempre, quindi, me lo ricordo con piacere, con affetto e con ammirazione per un uomo che già era avanti con gli anni come Pino Rucher e continuava nella breccia a tutto vapore.

Fra gli effetti speciali che usava Pino Rucher, un anticipatore di quello che venne dopo, poi tutti usavano gli effetti speciali, usarono gli effetti speciali, ma lui fu il primo, almeno che io mi ricordi. E c’era la wa wa, la wa wa onomatopeicamente chiamata wa wa perché faceva veramente wa wa wa wa, poi sono suoni che adesso si conoscono, sono riconoscibilissimi, ma allora era una novità e in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, film che ricordo benissimo perché lì Morricone usò un altro tipo di stile; lui veniva, Morricone, arrivava con un brano che era completamente diverso dagli altri, sempre, poi ne faceva 2 o 3 usando gli stessi cliché e gli stessi partners, però era un innovatore perché ad ogni cambio di stile, lui portava delle novità che erano veramente affascinanti e bisognava essere bravi a capire, a eseguire e mi ricordo che questa wa wa usata da Pino Rucher, forse non era la prima volta che la usava, però era di un’efficacia incredibile.

Un film meraviglioso come musiche che mi ricordo è “C’era una volta il West”, mi ricordo anche il luogo perché è difficile ricordare dopo tanti anni i luoghi esatti, ma come se fosse oggi, era la sala A, una sala enorme della RCA, pensi che era talmente grande che Giovanni Tommaso, contrabbassista, per scherzare entrava con la 500 e faceva tutto il giro della sala; quindi, una sala enorme con orchestre sterminate, c’erano come ripeto, insisto sempre, tanti, tanti, tanti soldi da parte dei produttori. Questo “C’era una volta il West” ha portato con sé delle novità enormi, una delle quali è quel famoso tema LA MI SI SI DO SI LA SI LA LA SI MI, che suonava appunto Pino Rucher con il distorsore, ma con una maestria; è rimasto negli annali della musica da film, quindi è una cosa veramente da ricordare.

Un altro modo di eseguire, di suonare la chitarra, questi precedenti erano modi particolari, non scevri di una certa aggressività perché i film lo richiedevano, e il suono abbastanza dolce, pastoso, coinvolgente in modo sentimentale. Mi ricordo il film “L’uccello dalle piume di cristallo”, sempre di Morricone, penso sia stato il primo film di Dario Argento, se non vado errato, e lì mi ricordo in particolare un ‘valzerino bossanova’, molto divertente, dove c’era questa melodia interpretata appunto da Pino Rucher, che era dolce, era affabulatoria, si direbbe, ricordo che mi rimase nella mente.

29:23 – Intervista del fagottista Marco Costantini su Pino Rucher

Riallacciandomi al tanto lavoro di sincronie, musica da film, non posso fare a meno di nominare Ennio Morricone, che per me è stato forse il più grande compositore di musica da film. Mi ricordo tante occasioni e in molti film insieme a lui ricordo sempre questo grosso chitarrista, al quale cercava degli effetti nuovi e lui improvvisava, ma riusciva a trovare l’effetto giusto che non era riuscito magari a richiederlo esattamente quello che era il suo pensiero, però la sensibilità di questo chitarrista, Pino Rucher, forse lo intuiva prima di lui e riusciva a soddisfarlo pienamente: «È questo, fammi questo, mi raccomando, fammi questo». E io ancora ho avuto la riconferma di questa bravura, di questo grosso chitarrista che naturalmente, l’arte non è acqua, detto in parole povere. Lo nomino ancora una volta con grande stima e affetto e con grande piacere, riconfermando la grande bravura di compositore, che è Ennio Morricone, col quale ho collaborato [in] molti, ma tantissimi film, ecco, e sono felice di aver partecipato come il film, mi ricordo, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” mi sembra, usò dei suoni che lui cercava gli effetti nuovi e fra questi effetti, c’era un effetto che lui richiedeva e dice: «No, mi devi fare il wa wa». Che io non sapevo neanche cosa fosse sto wa wa, ma il chitarrista Rucher riusciva a capire e a soddisfarlo in pieno. Questo è tutto quello che ricordo di questo grande chitarrista e di tutti i miei lavori fatti insieme a questi compositori.

Pino Rucher, che ricordo come grande chitarrista, era specialista nei film west perché riusciva a trovare degli effetti che forse solo lui riusciva ad accontentare questi maestri, grossi compositori, compreso Morricone: “C’era una volta il West” e ricordo, lì usava, mi ricordo, il distorsore, che era un aggeggio che lui metteva nella sua chitarra per creare questi effetti.

32:09 – Intervista della cantante Edda Dell’Orso (nome d’arte di Edda Sabatini) su Pino Rucher

Allora, quando sono entrata a cantare nel coro dei ‘Cantori Moderni’ guidati da Alessandro Alessandroni, naturalmente ho cantato in tantissimi film anche importanti, ecco, diciamo, quelli di Morricone e di tanti altri e in quelli di Morricone, molto spesso vedevo Pino Rucher per cui, insomma, ho notato questa presenza abbastanza costante. Dopo aver cantato “C’era una volta il West”, da allora mi hanno chiamato molti maestri, diciamo, per cui, oltre che con Morricone, io ho cantato, per esempio, con Bruno Nicolai, che era il maestro che dirigeva anche i film di Morricone, con Berto Pisano, con Nicola Piovani, con Gaslini e tanti altri maestri, per cui in tutte queste occasioni, quindi, ci sono state più occasioni in cui io ho potuto, diciamo, notare la presenza del M° Pino Rucher. Soprattutto, diciamo, ecco, quindi, penso che mi rimarrà sempre, sempre impressa, perché ogni tanto parlavamo anche, per cui, la gentilezza, la signorilità, la nobiltà d’animo di questo musicista, di questo professore d’orchestra, professore di chitarra e quindi, rimarrà sempre impressa in me questa collaborazione artistica che ho fatto con lui.

34:01 – Intervista del violinista e violista Romano Frigeri su Pino Rucher

In questo tipo di lavoro si usciva al mattino alle 10 e si rientrava dopo mezzanotte perché passavamo da uno studio all’altro e le colonne sonore erano tante con vari maestri dall’America, ricordo Bernstein, ricordo Maurice Jarre dalla Francia, Goldsmith. È stata una bellissima esperienza perché lì abbiamo conosciuto i musicisti come Nino Rota, come Ennio Morricone e tanti altri e abbiamo suonato insieme parecchie colonne sonore; adesso posso citarne qualcuna, mi ricordo “Per un pugno di dollari” di Ennio Morricone, “Amarcord” di Nino Rota e tanti altri.

E questo era il bel periodo del cinema italiano e diciamo anche per noi musicisti.

Tra le varie colonne sonore registrate di Ennio Morricone, ricordo bene la serie dei film western: “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo” e “C’era una volta il West” e ricordo che i chitarristi erano Pino Rucher alla chitarra elettrica e Battisti D’Amario alla chitarra classica. Mi ricordo “Metti, una sera a cena” e poi “Gli intoccabili” e mi ricordo che lì Pino Rucher aveva delle sortite come solista sempre con la chitarra elettrica.

35:53 – Intervista del batterista Gegè Munari (nome d’arte di Eugenio Commonara) su Pino Rucher

Ho conosciuto Pino Rucher negli anni ’60, dove facevamo dei turni, sarebbe colonne sonore coi vari maestri, Trovajoli, Canfora, Piccioni, Ferrio, etc., etc., e Pino Rucher era il più richiesto perché era il più bravo, aveva una sonorità pazzesca sulla chitarra ed era anche una bravissima persona, questo lo sottolineo.

Allora, un confronto coi chitarristi dell’epoca: erano Enzo Grillini: bravo, però non era all’altezza di Pino; poi c’era Carlo Pes, che era un ottimo accompagnatore, però si fermava lì; Battisti D’Amario era più classico; Libero Tosoni suonava la chitarra bassa con Morricone; poi c’era Alessandroni che era più un corista che un chitarrista, e Pino era il preferito di tutti i maestri dell’epoca, era richiesto specialmente da Morricone, era specializzato nei western con tutto ciò che lui faceva, dal jazz, al western, al pop, e faceva tutto, insomma era bravissimo Pino.

Loader Loading…
EAD Logo Taking too long?

Reload Reload document
| Open Open in new tab

Estratto dell’articolo:
PRECURSORE
Quando inventa quel fischio che accompagna la cavalcata sonora di Per un pugno di dollari e sottopone il western a una rivoluzione copernicana. Quando spinge Pino Rucher, grande musicista pugliese, a utilizzare la chitarra elettrica, cosa mai successa in un western di produzione italica (e a quel suono si ispirerà The Edge degli U2 nel brano Magnificent). Quando è sufficiente una voce femminile che ripete scion scion (per noi quello è il titolo) per fermare il cuore a una generazione. Quando si spinge sui sentieri pop dance in Dance On e, in qualche modo, anticipa la house.
Morricone attraversava generi e stili. E influenzava generi e stili. Che fosse adorato dagli amanti di colonne sonore è già un grandissimo risultato. Ma farsi adorare, dicevo, dagli amanti di altre musiche, è davvero fatto unico. Infinite rockstar hanno sistemato musiche del Maestro in apertura dei concerti, come a dire: seguiteci, quello che andrete a da assistere è come un film. Qualche nome? Metallica, Motorhead, Ramones, Clash, Green Day, Bruce Springsteen, Muse e Dire Straits, che hanno scritto pensando a Morricone Once Upon A Time In The West e anche Private Investigation.
Inoltre, vi mostro alcune novità su Pino Rucher.
– Pino Rucher – Il suono segreto di Ennio Morricone
https://www.pinorucher.it/video/suonosegreto.mp4
In questo filmato sono riportati alcuni stralci di interviste da parte di colleghi in senso ampio con cui ha lavorato Pino Rucher, i quali riconducono a Pino Rucher la chitarra elettrica solistica nella ‘trilogia del dollaro’ di Sergio Leone e in altre colonne sonore del Maestro Morricone. Vi invio, in allegato, l’estratto (in Word) delle interviste del documentario “Pino Rucher – Il suono segreto di Ennio Morricone”.Conversazione tra Emiliano Ferri e il M° Ennio Morricone su Pino Rucher

Ennio Morricone: Sì Rucher, il grandissimo chitarrista.
Emiliano Ferri: Sì.
Ennio Morricone: Lui suonava con me molto bene, era bravissimo, me lo ricordo molto bene.
Emiliano Ferri: Sì.
Ennio Morricone: È stato sempre un grande chitarrista, con delle grandi prestazioni, con una generosità importante e rara e me lo ricordo benissimo come se fosse adesso.
Emiliano Ferri: Forse potrebbe parlarmi di lavori nei quali figurava mio nonno, io, io devo dire che un po’ tramite i diari di mio nonno, alcuni documenti, alcune testimonianze di colleghi, so per certo in quali colonne sonore ha suonato.
Ennio Morricone: Allora le basta quello che lei ha detto, che le risulta.
Emiliano Ferri: Maestro, ma io vorrei una sua testimonianza.
Ennio Morricone: Io ho 45 anni, 50 anni di carriera, io ho avuto anche altri chitarristi, come Alessandroni, come D’Amario.
Emiliano Ferri: Sì, sì.
Ennio Morricone: Come Tosoni ed altri, la chitarra elettrica la suonava suo nonno, la chitarra classica Bruno Battisti D’Amario. Mi ricordo benissimo di suo nonno, gliel’ho detto subito che era un bravissimo, eccezionale chitarrista.
Emiliano Ferri: Ecco comunque io, un’altra cosa che volevo chiedere, ne ho parlato anche con il Signor Angelo Franchi, ecco, io vorrei insomma che il nome di mio nonno fosse inserito in quelle colonne sonore dove lui, dove lui ha suonato. Volevo chiedere l’autorizzazione a utilizzare alcuni brani da colonne sonore nei quali sicuramente figura mio nonno, per esempio, il film “L’autostrada del sole”, l’episodio tratto da “Thrilling”, “Per un pugno di dollari”. La chitarra elettrica, chiedo scusa Maestro, chi la suonò in quel film?
Ennio Morricone: Il chitarrista era suo nonno.– Intervista di Gigi Proietti su Pino Rucher
https://www.pinorucher.it/video/proietti.mp4
Questo video rappresenta un bell’attestato di stima verso il chitarrista Pino Rucher da parte di Gigi Proietti e, nel contempo, omaggia il grande attore attraverso la chitarra nostalgica di Rucher presente nel film “Brancaleone alle crociate”.
– Milva e la chitarra di Pino Rucher
https://www.pinorucher.it/video/milva.mp4
In ricordo della grande Milva e della chitarra di Pino Rucher che ha accompagnato i primi successi della cantante. Ecco alcuni passaggi delle canzoni di Milva con la chitarra elettrica in evidenza, tra le tante incisioni fatte da Rucher con la cantante, quali ancora “Flamenco Rock”, “Vita”, “Violino tzigano”…
– Intervista di Nicoletta Orsomando su Pino Rucher
https://www.pinorucher.it/video/orsomando.mp4 Nicoletta Orsomando, annunciatrice televisiva per 40 anni, è stata un’icona della TV italiana in bianco e nero.
Da questa sua intervista sul chitarrista Pino Rucher apprendiamo che “era il 1953, esattamente il 23 ottobre, Nicoletta Orsomando fa il primo annuncio in diretta nella televisione, che era ancora in fase sperimentale, e che dopo Torino e Milano era arrivata anche a Roma. Sono passati poi quei pochi mesi e con il gennaio del ’54 la televisione è andata in esercizio, quindi, era sempre ferma a Roma, piano piano poi si è diffusa anche a Napoli e poi piano piano, son passati degli anni purtroppo, perché la cosa non era troppo facile, è arrivata un po’ in tutta la penisola e anche in Sicilia”.
Dopo questo excursus sugli albori della TV, Orsomando si sofferma sulla chitarra elettrica di Pino Rucher con l’orchestra Angelini nel Sanremo 1957, da lei presentato assieme a Nunzio Filogamo, Marisa Allasio e Fiorella Mari. Chitarra che le divenne subito familiare in quanto all’epoca la RAI era “una piccola grande famiglia” e quindi il suo ricordo si sofferma ancora sul film “Piccola posta” (1955): “Lo ricordo in particolar modo perché intanto conobbi Franca Valeri e Alberto Sordi e poi avevamo come sottofondo questa chitarra fantastica, era una delle prime chitarre elettriche che sentivamo ed era eseguita da Pino Rucher”.
– Manfredonia, il Giro d’Italia 2020 omaggia Pino Rucher
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3712800742073137&id=100000297440046
La Provincia di Foggia nel 2008 ha voluto ricordare la sua figura dedicandogli, nella città di nascita, una importante manifestazione con la partecipazione di alcuni grandi artisti del passato introdotti dal giornalista musicale Dario Salvatori.
A Pino Rucher i Comuni di Manfredonia e di San Nicandro Garganico hanno dedicato una serata speciale che si è tenuta sabato 16 ottobre 2010, presso il “Cine-Teatro Italia” di San Nicandro intitolata “Musica da film-tributo a Pino Rucher”, per ripercorrere la carriera straordinaria del musicista, solista della RAI e assiduo collaboratore di storiche case discografiche come RCA e Fonit Cetra.
L’evento conquistò la prima pagina de “La Gazzetta di Capitanata – La Gazzetta del Mezzogiorno”:
http://www.pinorucher.it/immagini/sticozzi.pdf
Dario Salvatori, critico musicale, conduttore radiofonico e responsabile artistico del patrimonio sonoro della RAI, ha ripercorso le fasi salienti del viaggio che ha condotto Pino Rucher attraverso innumerevoli successi della canzone italiana e incisioni di colonne sonore per film apparsi tra gli anni ’50 e gli anni ’70.
Nel 2008 la Rai ha dedicato un servizio a Pino Rucher: https://www.facebook.com/100000721380013/videos/3344308815603132/?extid=MhQ3uCb28IfT968A
Ecco un articolo (in pdf) su Pino Rucher pubblicato sulla rivista Raro.
http://www.pinorucher.it/immagini/raro.pdf
Tale articolo è apparso nel numero 217 del gennaio 2010 e ha messo in evidenza l’apporto solistico di Pino Rucher in tante colonne sonore di film.
Nel 2015 il M° Luis Bacalov ha voluto ricordare i meriti artistici di mio nonno e ha richiamato in particolare l’apporto solistico di Pino Rucher nelle colonne sonore dei film “Sugar Colt” (https://youtu.be/iEqfKT32lwA) e “Django” (https://youtu.be/_Dy5NKDesDY), quest’ultimo film omaggiato da Quentin Tarantino con il suo “Django Unchained”, che riprende il tema musicale di “Django”.
Fonte: https://www.pinorucher.it/immagini/django.pdf
Appare evidente che la chitarra elettrica di Rucher nei citati film richiami per suono e stile gli assoli di molti altri spaghetti western e ciò emerge anche dai ricordi rilasciati da tanti professionisti, che ne hanno messo in evidenza l’apporto solistico in diverse colonne sonore per film western, tra cui il M° Gianni Ferrio (“… E divenne il più spietato bandito del Sud” https://youtu.be/PYnxmNIefSY – “Wanted” https://youtu.be/iuTpB3dys18) e il M° Benedetto Ghiglia (“Un dollaro tra i denti” https://youtu.be/W9sgO3z91z8 – “Adiós Gringo” https://youtu.be/M_-iVHshcG0).
• Il compositore e direttore d’orchestra Gianni Ferrio, tra i più autorevoli compositori di musica da film, ha stilato un pensiero su Pino Rucher altamente elogiativo e ha attestato la partecipazione di Rucher come solista alla chitarra elettrica in decine di colonne sonore del Maestro Ferrio, tra cui quelle per alcuni dei primi film western e parodie western (tra cui “Gli eroi del west” del 1963). Gianni Ferrio ricorda la chitarra elettrica solista di Pino Rucher nella colonna sonora “Per pochi dollari ancora” (musiche di Gianni Ferrio ed Ennio Morricone, arrangiate e dirette da Gianni Ferrio), che contiene una rielaborazione di un brano originariamente inciso da Rucher per “I Malamondo” (musiche di Ennio Morricone), ovvero il brano ‘Penso a te’, registrato da Rucher con un modello di chitarra Fender Jaguar.
http://www.pinorucher.it/immagini/ferrio.pdf
• Il Maestro Benedetto Ghiglia dichiara la partecipazione solistica di Pino Rucher con la chitarra elettrica in numerose colonne sonore composte e dirette da Ghiglia, tra cui il western del ’66 “Un dollaro tra i denti”, dove è già in evidenza l’uso del distorsore. Il chitarrista Rucher fu un precursore nell’utilizzo degli effetti speciali, come dimostra la sua partecipazione solistica in tale western del ’66, la cui chitarra elettrica con distorsore anticipa di due anni quella di “C’era una volta il West”.
http://www.pinorucher.it/immagini/ghiglia.pdf

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]