Riccardi su l’Unità: “Interdittive antimafia una trappola dove può finire chiunque”
L’ex sindaco di Manfredonia scrive a l’Unità: “Interdittive antimafia, una trappola dove può finire chiunque”
Prosegue la battaglia dell’ex primo cittadino di Manfredonia che, questa volta, scrive un pezzo per l’Unità, in merito alle interdittive antimafia.
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“PIU’ PROBABILE CHE NON, LA TRAPPOLA DOVE PUO’ FINIRE CHIUNQUE”
“Io credo che dopo le analisi qualcuno guarderebbe con sospetto a queste iniziative dello ‘Stato'”.
Non la tocca piano Angelo Riccardi, ex sindaco di Manfredonia, in un articolo pubblicato sull’edizione odierna de L’Unità, a seguito di una prima analisi sullo scioglimento di Comuni ed interdittive antimafia ad aziende applicate nel foggiano, paragonando gli interventi a quelli effettuati in Calabria ed ai risultati raggiunti.
“Questi provvedimenti amministrativi sono adottati a discrezione dei Prefetti e possono essere utilizzati per espropriare, bloccare o distruggere un’azienda sulla base del solo sospetto di infiltrazione mafiosa. In poche parole, basta che il Prefetto ritenga “più probabile che non” l’esistenza di infiltrazione mafiosa per adottare l’interdittiva”
“L’85% DELLE AZIENDE COLPITE DA INTERDITTIVE FALLISCE ENTRO DUE ANNI”
“Secondo uno studio di Transcrime, l’85% delle aziende sequestrate alla mafia fallisce entro due anni dalla confisca come misura di prevenzione. E’ una situazione tragica per l’occupazione. Quale è il modello economico alternativo proposto dallo stato per evitare questo scenario disastroso?” scrive l’ex sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi.
L’articolo completo è disponibile sull’edizione odierna de L’Unità.