Storia

Quella storia di Vieste incisa sulla pietra: i ricordi di Tommaso Pastorella, custode del Gargano che fu

Nei suoi occhi azzurri la nostalgia di un passato fatto di sfide e successi nella terra in cui è nato. Tommaso Pastorella è uno dei pochi viestani nati e cresciuti a Vieste, la meravigliosa terra lambita dal mare, dove la pietra bianca si infiamma al tramonto. Conosciuto dai più come Ninino, è stato tra i primi a dare l’impulso alla ristorazione turistica quando nessuno avrebbe mai scommesso sul Gargano come meta per le vacanze. Poi, purtroppo, la vita cambia le carte in tavola: un intervento chirurgico andato storto lo ha immobilizzato. Un duro colpo per chi era abituato a darsi da fare, a gestire un ristorante e a coltivare tutte le attività collaterali al settore.

E’ una storia fatta di colpi di scena e di un destino che si intreccia con la stessa tempra della terra meravigliosa in cui è nato. E’ la storia di un passione che gli ha permesso di superare questo momento e a cui ha affidato i ricordi della sua terra, operoso con le mani ora che purtroppo le sue gambe non possono più condurlo dove avrebbe voluto. Poi l’avvenimento che ha cambiato la sua esistenza, dalla cucina alla pietra, l’arte dell’incisione che è (ri)tornata nella sua vita dopo che, durante l’infanzia, un suo amico gli aveva mostrato questa tecnica.

LA STORIA DI VIESTE INCISA SU PIETRA

Inizia così la storia di un viestano che incide la pietra. Per superare questo momento così doloroso, Ninino si è dedicato all’arte dell’incisione. Le lastre di pietra leccese su cui sono realizzate le sue opere sono scarti di diversa dimensione: i pezzi possono variare da quelle 50 x 35 a quelle 25 x 30. Le raffigurazioni? Sono tutti ricordi, nessun soggetto riprodotto a vista. “L’ispirazione arriva dai miei ricordi di bambinosvela Nininoimmagini impresse nella mente: dagli antichi mestieri ormai scomparsi a scorci di Vieste che oggi sono completamente cambiati. Non pensavo che sarei mai riuscito a coltivare una passione del genere: il disegno era la materia che proprio non digerivo”.

Ninino infatti si è iscritto al liceo classico per evitare il disegno – alle scuole medie non brillava in quella materia – e poi ha scoperto di possedere questo talento che ha sviluppato da autodidatta. Le lastre sembrano un libro nelle sfumature dell’avorio dove scene di vita perduta si raccontano, oltre duecento raffigurazioni impresse per sempre sulla pietra a testimonianza di un passato fatto di semplicità e panorami suggestivi che, seppur oggi hanno mantenuto intatto il proprio fascino, hanno perso quell’incanto incontaminato del passato.

Tommaso Pastorella

DALLA PIETRA DI LECCE ALLA SELCE

Curioso e osservatore, Ninino si è dedicato anche ad un’altra collezione che possiede un’interessante valore storico: quello delle armi in selce. “Ho scoperto per caso l’esistenza di questa pietra quando vidi due giovani chinarsi a raccogliere qualcosa dal mio terreno. Quel giorno ero andato per controllare il mio raccolto di granoturcoracconta l’artistae loro mi dissero che raccoglievano queso tipo di pietra per inviarla ad un farmacista”. E’ l’inizio di un’altra grande passione: oggi possiede un discreto numero di esemplari a testimonianza della presenza dei popoli antichi di passaggio a Vieste.

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Dalila Campanile

Giornalista pubblicista e addetta stampa. Laureata in legge, si specializza in Comunicazione. Cura la comunicazione di eventi e aziende made in Puglia con laboutiquedelleparole.it. Innamorata della sua terra, ama raccontarla.

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