Storia

Quando i vagoni del terzo binario della Stazione Campagna arrivavano al Molo di Ponente

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Manfredonia – AL terzo binario della Stazione Campagna, dove quel giorno  il cielo era malconcio e decadente, della mia città che sbavava rottami e miseria, i vagoni, i famosi e lunghi che arrivavano da lontano ,colore amaranto e di marrone ,puzzolenti – ad osservarli era triste quel suo fermarsi… per  più due o tre ore su quella linea morta ,che non andava da nessuno parte ma ch’era solo di sosta. Noi terra già di giudicati e condannati, ma grazie alla grande flotta navale dei pescherecci ci inebriava un pò di forza lenitiva.

Vagoni fermi lì ore intere,carico di bestiame soprattutto di pecore e agnelli e mucche dalle lingue rosse e lunghe, con i musi che uscivano fuori dalle fessure allungate ,a volte anche di legno,che ti guardavano in modo buono e rassegnato. Tutto questo accadeva spesso prima del periodo “Pasquale” – ero davvero piccino e saltavo… per dargli un po’ d’erba selvatica, raccolta al momento lì su quella terra dura. Il puzzo di brutto m’impregnava gli abiti, mi avvicinavo molto sotto a quelle aperture per accarezzarli ,ma provavo anche a scuoterli con qualche buffetto sul muso ,ma loro non facevano nessuno movimento,solo quello di aspettare un po’ di cibo.

I vagoni erano in tutto più di una decina, mentre gli animali chiudevano gli occhi con fastidio erano tormentati da una cinquantina di insetti nevrotici che gli rodevano le orecchie. Io insomma ci giocavo,ma senza fargli del male ! Però una volta mi trovai a passare di là, vidi ragazzini che bastonavano le mucche con musi e occhi fissi e mortificati in quel terribile trasporto che doveva avvenire con le navi,dove i binari erano collegati fino al Molo di Ponente, passando proprio tra un palazzo nuovo appena costruito e la ‘Compagnia Portuale Muscatiello’ della famosa terra rossa.

Un ragazzino di questi prese un filo di ferro di ombrello…e forò l’occhio a una mucca ,da farla sanguinare a gocce di liquido rosso e brunastro di pianto,rimasi fortemente impressionato ,tremavo quando abbassai il capo e fuggii via correndo verso casa. Che brutta scena avevo assistito – mi dicevo ,ma si sa che aria tirava in quegli anni. Ma tornando al bestiame io praticamente ,non sapevo che fine facevano né dove erano destinati,poi con gli anni crescendo capì che veniva portate al macello – di chi sa quale parte dell’Italia o d’Europa.

Di Claudio Castriotta

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