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Pareggio a reti inviolate tra Manfredonia e Francavilla

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Pareggio a reti inviolate tra Manfredonia e Francavilla

Ci si aspettava una partenza col botto nella prima del 2025, invece, vi è stato solo un pareggio a reti inviolate tra il Manfredonia Calcio e la Virtus Francavilla.

È un pareggio, che a consuntivo, è risultato essere premiante più per il Francavilla, in dieci uomini dal 15′ del st ed alla sua prima con Mr Rogazzo in panchina, che per il Manfredonia.

Una vittoria, infatti, sarebbe stato un buon viatico per affrontare con determinazione e fiducia il difficile percorso verso la salvezza diretta, distante, secondo calcoli statistici, verosimilmente probabilistici, 26 punti o giù di lì.

Per la cronaca, quella affrontata oggi al Miramare non è stata una squadra trascendentale, per intenderci, quel Martina delle meraviglie, contro la quale si è pareggiato nell’ultima giornata del girone di andata.

Quella di Mr Rogazzo resta indubbiamente una squadra dai valori tecnici di assoluto rilievo in ogni reparto che, giunta tuttavia a Miramare non al massimo della sua espressione tecnico-tattica, quindi, con la evidente possibilità di poterla battere.

Le vittorie si ottengono con la giusta determinazione, con un fraseggio rapido verticale finalizzato a trovare la via del goal.

Questo intento avrebbe dovuto essere implementato soprattutto dopo la espulsione di Sosa, con Mr Rogazzo, costretto a ridisegnare lo schieramento passando dal 4-3-3 al 4-4-1 per difendersi e semmai colpire di rimessa.

Va rilevato, per onestà intellettuale, che la sfortuna o meglio un palo ci ha messo del suo a negare la quinta rete in campionato a Giacobbe, questo, nella prima frazione di gioco.

Poi vi è stata una occasione colossale fallita da Venanzio a pochi minuti dal termine della gara probabilmente ipnotizzato da un signor portiere, classe 2005, di nome Cerves che ha certificato, avere soluzioni alternative in porta e quindi quanto possa essere importante poter aver un campo un giocatore over in più rispetto all’avversario di turno, in un campionato innegabilmente qualificabile come semi professionistico.

L’aver giocato oggi trentacinque minuti in superiorità numerica, ha rappresentato un’occasione ghiotta (ma quando ti ricapita) per mettere alle corde il Francavilla e batterlo, duplicando l’impresa già riuscita ad una diretta concorrente alla salvezza, l’Ugento.

La piazza chiede a gran voce un attaccante di ruolo per intenderci una prima punta di peso che vada in goal. Non ne ha fatto un mistero sulla necessità di una forte punta centrale Mr Cinque nel post gara.

A Paolo Carbonare autore di una pregevole prestazione non gli si può chiedere la luna o gravarlo oltre misura del compito di svariare sul fronte offensivo, smistare palloni, rincorrere avversari e segnare.

Nel mercato dicembrino, dopo le partenze dei due attaccanti Tedesco e Scaringella, non ritenuti evidentemente idonei alla causa o se vogliamo poco prolifici, si è virato su Caputo e Gaetani, entrambi, esterni di attacco o se volete mezze punte.

Il reparto offensivo, a consuntivo, sovrabbonda di mezze punte, siamo a quota 6 se non erro ed i dati statistici dicono che ciò nonostante, la musica in attacco non è cambiata: siamo poco prolifici e quando vi è l’opportunità poco precisi sotto rete. In tre gare a consuntivo si segnala un solo goal, quello contro il Martina. Bene la linea difensiva ed il centrocampo il problema è davanti. E allora la riflessioni che naturalmente scaturiscono sono diverse.

È un problema di modulo tattico? Gaetani ha un curriculum interessante ma probabilmente non è confacente al modulo 3-5-2 visto ieri al Miramare.

Calemme tutta la vita esterno di attacco a sinistra, peccato che sia potuto entrare solo nella ripresa perché non al meglio.

E se un attaccante non potesse o dovesse arrivare, si dovrà lavorare con quelli in organico mettendoli in condizioni di esprimere il loro potenziale.

Infine, senza polemiche, si vuole continuare sino alla fine senza Direttore Sportivo? Sarò ripetitivo ma è notoriamente un valore aggiunto per tanti e tanti buoni motivi.

L’unione fa la forza, questa la ricetta vincente che l’anno passato ha consentito al Manfredonia di salvarsi. A buon intenditore.

Antonio Castriotta

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