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Parco del Gargano ancora commissariato. Ministro, perché non firma?

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Parco del Gargano ancora commissariato. Ministro, perché non firma?

L’idea che la politica non riesca a sbloccare la vicenda del Parco del Gargano, ente commissariato ormai da tempo,riporta alla mente il triste adagio di Paulo Coelho de Souza,scrittore brasiliano che nel suo costante indagare sui misteri dell’anima, ci ricorda che le opportunità non vanno mai perse. 

“Aspettare è doloroso ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze”. 

Penso che in questa incertezza che ha dell’insopportabile navighi il Governo di Giorgia Meloni, alle prese con la scelta del successore di Pasquale Pazienza, attuale Commissario del Parco.

Certo, si tratta di una scelta tanto difficile quanto importante perché Pazienza ha operato bene, sin dal 2019 quando l’allora Ministro Sergio Costa lo scelse per ricoprire l’importante ruolo. 

Ordinario di Politica Economica nell’Ateneo di Foggia con indiscusse competenze in materia ambientale, economia del turismo, risorse naturali e beni ambientali e culturali, tutte materie rientranti nel suo profilo accademico, Pazienza ha avuto la capacità innegabile di non sottrarsi mai dai suoi doveri istituzionali esercitati senza mai risparmiarsi. 

Non a caso il Ministro Gilberto Pichetto Fratin lo ha giustamente confermato per ben tre volte nella funzione.

In questi anni Pazienza si è misurato con un territorio molto complicato, spesso lacerato da profonde divisioni di bottega dalle quali si è sempre mantenuto distante anni luce.

Del resto sotto la sua gestione il Parco del Gargano ha potuto contare su ingenti risorse rivenienti da fondi nazionali, circa 30 milioni di euro,superando di gran lunga i 12 milioni di euro della gestione del compianto Matteo Fusilli, peraltro recuperati dalle casse della Regione Puglia.

Quello che in tutta onestà mi sento di dire è che Pazienza non è stato solo un presidente ed un commissario competente all’altezza del compito, ma anche un uomo che ha messo in questo suo impegno una grande passione per la terra garganica, sentimento ereditato dal padre che era nato nella città di San Pio, a San Giovanni Rotondo dove operava nel Corpo forestale.

L’onestà e la trasparenza sono stati i pilastri su cui ha costruito la fiducia in un ente strategico per l’economia del promontorio, in passato campo di battaglia di dispute personali mediocri intrise da squallidi contenuti. 

A me pare che il commissariamento non sia solo un’occasione per cancellare il passato, ma anche un’esperienza da usare come lezione per il futuro,riflessione che spesso la politica politicante non vuol capire, privando così il territorio di quella partecipazione necessaria per dar vita ad una delle sue maggiori risorse. 

In vero credevo fosse finalmente giunto il momento per lanciare in pista il dott. Giovannino Terrenzio, imprenditore di rango nel campo agricolo, titolare di una importante azienda a Rignano Garganico, ma soprattutto un personaggio del fare molto inserito in Confagricoltura, peraltro con idee non certo ostili alle dinamiche del centrodestra verso il quale non ha mai fatto mistero delle sue simpatie.

E invece no, Terrenzio, per sei anni presidente consorzio di Bonifica Montana del Gargano, nonché commissario del Consorzio Agrario di Taranto rischia di doversi piegare alle logiche della politica che attribuirebbero quella presidenza a Forza Italia per effetto di quel manuale Cencelli mai andato in soffitta tanto a destra quanto a sinistra.

Non che il nome che hanno in pancia gli eredi di Berlusconi sia di scarso peso.

Anche qui la designazione fatta è di tutto rispetto. Si tratterebbe di Raffaele di Mauro, giovane protagonista della scena politica, uomo di punta nel partito di Tajani in Capitanata.

43 anni, avvocato, funzionario direttivo del consorzio di Bonifica di Capitanata, origini montanare, Raffaele di Mauro ha tutte le credenziali per guidare il Parco.

Il punto è che il Ministro non decide, prende tempo e questo genera un profondo malessere.

Il territorio attende da anni una risposta, come pure tutti i sindaci dei comuni interessati a riprendere un cammino che la politica, solo la politica, impedisce.

La tempesta non è la fine, ma l’occasione per navigare verso una nuova costa. La situazione temporaneamente retta del commissario Pasquale Pazienza, che ha continuato a governare in un momento di crisi, andrebbe usata come valida esperienza per guidare l’ente verso un futuro migliore.

E allora Signor Ministro, perché non firma ? Cos’altro può impedirle di restituire al Parco del Gargano la legittima aspettativa di riavere un governo con pieni poteri ? 

Ma davvero una disputa tutta interna al centrodestra tra Fratelli d’Italia e Forza Italia può bloccare la sua mano ?

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