Attualità Italia

Meloni ritorna in tv: “Non è autoritario se Fazio va da un’altra parte dove lo pagano di più”

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La premier Giorgia Meloni ieri è ritornata in televisione. Ospite di “Quarta Repubblica”, il programma di Nicola Porro in onda su Rete 4, Meloni ha parlato dell’attività di questi primi mesi del suo governo. Sui fatti d’attualità, ovvero le polemiche sollevate dopo che il governo ha deciso di limitare la sorveglianza della Corte dei conti sul PNRR, la Meloni è decisa: “Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. L’opposizione dice che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei conti che continua a fare controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio. Sono a corto di argomenti”. 

Le opposizioni, secondo Meloni, stanno criticando l’inesistente, confermando così la bontà dell’operato del governo. “Stiamo smontando il racconto di una destra autoritaria, incapace di governare, e stiamo dimostrando in Italia e fuori dai confini nazionale che esiste una destra credibile, affidabile, capace di governare e che raggiunge risultati che altri non raggiungono”. 

“Io non sono l’Italia spaghetti e mandolino che dice sì e sorride nelle foto e poi si fa fregare tutto o prova a fregarti”, dice risoluta MeloniChe continua portando a cinque anni il suo mandato: “Sono a capo di una maggioranza solida, mi do cinque anni di orizzonte”. 

Non poteva mancare, poi, un affondo sulla vicenda Fazio, il conduttore televisivo che ha lasciato la Rai. “La sinistra continua a dire che sei autoritario per qualsiasi cosa, ti dicono che sei autoritaria se Fazio decide di lasciare la Rai per andare a lavorare da un’altra parte dove lo pagano di più, ti dicono che sei autoritario se alla parata del 2 giugno i militari alzano la mano per salutare la tribuna come hanno sempre fatto, ti dicono che sei autoritario addirittura se ti lamenti perché c’è gente che impedisce che un ministro possa presentare a un salone del libro il volume della storia della sua famiglia”.

Parole queste indirizzate a Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che – secondo la Meloni – “non distingue il dissenso dalla censura”. 

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