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Addio di Fazio, ovazione in studio. Littizzetto contro Salvini: “Bello, ciao”

Fabio Fazio lascia ufficialmente la Rai. La sua ultima puntata è in onda in questi minuti su Rai3. Il conduttore, che ha salutato e ringraziato il suo pubblico, ha dichiarato: “Un grazie sincero alla Rai. La Rai è una tv pubblica, di tutti, anche la mia e non posso che volerle bene. Dal primo provino l’ho chiamata mamma. Sono stati 40 anni bellissimi, grazie al pubblico”. 

Accanto a lui anche Luciana Littizzetto che ha salutato ironicamente il pubblico e la Rai con una letterina. “Non abbiamo superato la crisi del settimo governo. Sono stati anni bellissimi: di grandi ascolti, di fatica, di ospiti importanti. Cara Rai il mio ricordo di te sarà felice, perché tu per me sei non sei la parte politica che ti governa. Sei Pippo Baudo, Raffaella Carrà. Cara Rai, restiamo amici. Magari un giorno ci ritroveremo. Il servizio pubblico è di tutti: di chi va e di chi resta. Di tutti, di più”. 

Littizzetto, poi, ha aggiunto un commento rivolto al vicepremier Matteo Salvini: “Bello, ciao. Il leghista, dopo l’annuncio dell’addio di Fazio alla Rai e l’arrivo sul canale Nove in autunno, aveva scritto sotto una loro foto: “Belli ciao“.

Nella prima parte del programma è intervenuto anche Michele Serra, giornalista e autore storico del programma. “Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour, quindi, è della destra storica? È un discorso cretino, perché è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe”. 

“C’è un brutto clima con la tendenza ad incasellare tutto e tutti, costretti a sentirsi in debito con qualcuno. In Rai sono molte di più le persone che fanno da sole. Se fossi un intellettuale di destra sarei preoccupato, direbbero che sono salito sul carro del vincitore, che non arrivo perché sono bravo ma per la mia appartenenza politica. E’ giunto il tempo di una riflessione – conclude Serra – la Rai è dello stato non dei partiti, l’atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perché ci lavora anche tanta gente per bene”.

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