Storia

Mastre Peppe, falegneme e bumbnere (1976)

Manfredonia – ME lo ricordo come se fosse vivo oggi, quasi a rivederlo proprio nel suo aspetto buono e con l’abito da lavoratore, addirittura sempre pieno di polvere di segatura, anche tra i suoi capelli bianchi. Già, mastro Peppe… che cara persona ch’era, aveva un piccola botteghina nel Rione Croce, raccontarlo in questo istante mi mette davvero una grossa commozione, perché per il solo motivo che l’ho conosciuto da bambino seguendolo poi fino all’età di 15 anni, mastro Peppe diventava sempre più malato, perché a dire il vero, la sua malattia era sempre stata pesante.

A pensarci adesso, soffriva di una forte forma asmatica, in più con problemi al cuore che, secondo me era dovuta proprio al suo scarso ossigeno che arrivava nei suoi polmoni, questo chiaramente gli procurava il bisogno di prendere aria pura quella di mare, così che il falegname bumbnere,

la sera si recava al Villaggio Sant’Andrea, per respirare quella tanta sospirata aria che gli mancava, povero il Peppe .

La serata più brutta che gli capitò anzi se la mente non mi inganna, la notte oserei dire più terribile che non sembrava finire mai, quando quella crisi che lo aveva colpito violentemente da farlo urlare ,correndo con un urlo soffocato intorno al villaggio, con un rumore di soffocazione totale,altro che bumbnere. Ma che razza di leggenda era al detto degli adulti, dal dire delle mille cavolate e leggende strane degli tre scalini,tutto erroneamente buffo,solo per incutere paure ai bambini. Tornando a quella orrenda notte per mastro Peppe,lo menziono in una nota non piacevole – Era le due di notte quando graffiò dietro la finestra di casa,eravamo spaventati io e mio fratello Lello,

ma a dire il vero più che altro per la sua malattia che lo stava distruggendo. Dopo qualche ora gli passò la crisi perché non lo sentimmo più, e continuammo a provare a prendere sonno.

La mattina seguente passai da quella botteghina ,per accertarmi come stava in salute, mentre lavorava con i suoi legni di mobili,con gli occhiali con montatura in nero con i vetri molto impolverati, poi mi capitò di avvertire il senso del distacco,e venni a sapere che mastro Peppe falegname e bumbnere morì tra i suoi amati ceppi di legno, ch’era la sua vera vita ad averlo accompagnato nel suo cammino del percorso terreno.

Di Claudio Castriotta  

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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