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Massimo D’Alema indagato e perquisito per la vendita di navi e aerei alla Colombia

La notizia è riportata dal Corriere della Sera a firma di Fiorenza Sarzanini. Massimo D’Alema, leader storico della sinistra ed ex presidente del Consiglio, è stato indagato dalla procura di Napoli – assieme ad Alessandro Profumo (ex amministratore delegato di Leonardo) e Giuseppe Giordo (ex direttore generale di Fincantieri) – per la vendita di navi e aerei militari alla Colombia. Questa mattina, a seguito delle indagini a loro carico, sono scattate le perquisizioni della Digos.

I soggetti indagati si sono a vario titolo adoperati quali promotori dell’iniziativa economica commerciale di vendita al governo della Colombia di prodotti di aziende italiane a partecipazione pubblica al fine di ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione degli accordi formali e definitivi aventi ad oggetto le descritte forniture ed il cui complessivo valore economico ammontava a oltre 4 milioni di euro”, si legge nelle motivazioni dell’accusa.

Nell’indagine sono anche coinvolti Edgardo Fierro Flors, capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia, Marta Lucia Ramirez (ministro degli esteri e vice presidente della Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (delegati della commissione del Senato Colombiano). 

Nel decreto, come riporta in esclusiva il Corriere, si specifica che “Francesco Amato ed Emanuele Caruso operavano quali consulenti per la cooperazione internazionale del ministro degli esteri della Colombia tramite Giancarlo Mazzotta e riuscivano ad avere contatti con Massimo D’Alema il quale per il curriculum di incarichi anche di rilievo internazionale rivestiti nel tempo si poneva quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle società italiane ossia Alessandro Profumo quale amministratore delegato di Leonardo e Giuseppe Giordo quale direttore generale della divisione navi di Fincantieri. Tale operazione era volta a favorire e ottenere da parte delle autorità colombiane la conclusione di accordi per un valore complessivo di 4 miliardi di euro. Per ottenere ciò offrivano e promettevano ad altre persone il corrispettivo illecito di 40 milioni di euro”. 

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