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Manifestazione scolastica “Giornata della memoria come momento di riflessione e confronto”

Oggi, come per gli anni che verranno, la Storia ci insegna di ricordare le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei, e nello specifico italiano, le leggi razziali e il dramma dei deportati nei lager. Oggi più che mai, alla luce delle recenti notizie di cronaca, ha senso celebrare la Giornata della Memoria all’interno delle istituzioni scolastiche, dove la coscienza critica dei giovani si forma ogni giorno.

Ed è quello che l’ITE “Toniolo” di Manfredonia si è proposto  di realizzare nella programmazione d’inizio anno, non soltanto come riflessione durante lo studio dei programmi di Storia, ma anche come momento di approfondimento e confronto trasversale a classi aperte. Quest’anno, oltre al coinvolgimento di tutti i ragazzi del biennio e del triennio e degli insegnanti di Lettere, la celebrazione ha visto la partecipazione di un ospite affezionato al nostro territorio, il giornalista e scrittore di origini daune Gianni Lannes.

L’autore di numerosi studi e pubblicazioni su inchieste shock come il traffico di esseri umani, di armi e di rifiuti tossici, è stato ben lieto di venire a parlare al nostro numeroso pubblico del campo di internamento presente sul territorio di Manfredonia in epoca fascista. Di grande interesse per i ragazzi è risultato il suo intervento sugli orrori del passato e sulla discriminazione, l’emarginazione e il razzismo di oggi anche attraverso l’uso/abuso dei social network e della circolazione di fake news.

“Attenzione all’uso che facciamo delle parole – ha precisato lo scrittore – le parole offendono, dividono, e annientano un po’ come fanno le armi, e attenti alla memoria del passato, che deve servire come consapevolezza e deve portare all’assunzione di responsabilità altrimenti, non serve a niente”.

La partecipazione dei ragazzi ai temi trattati è stata accorata e arricchita, oltre che da una mostra fotografica della Shoah, anche da riflessioni, canti e una performance sui generis dal titolo ‘Cosa metto in valigia’, che ha visto alcuni di loro protagonisti del momento della partenza degli ebrei verso l’ignoto e della scelta degli oggetti da portare con sè per poi doversene inevitabilmente separare. Auschwitz come pure tutti gli stermini che la Storia ci insegna sono arrivati perché migliaia di persone che sapevano si sono rifiutate di porsi il problema della loro responsabilità. Quanti complici che non hanno ucciso hanno però permesso che il sistema dell’annientamento funzionasse? Occorre RICORDARLO, BISOGNA RICORDARE, e impegnarsi a combattere tutte le discriminazioni, perché riflettere sugli orrori passati ci insegna a riflettere – o almeno dovrebbe – anche su quelli contemporanei perché la Storia non può non “essere magistra di niente che ci riguardi”, per dirla con Montale.

Concetta Granatiero

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Redazione

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