Attualità Capitanata

Manfredonia, storia raccontatami da mio nonno

 ACCADUTA a Manfredonia, una storia che vi sto per raccontare: rumori orripilanti in una casa in zona centro. I fatti avvennero quattro anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, prima del 1950. Successe che, dalle mura di un appartamento, spesso si sentivano rumori tremendi, lamenti strazianti come se qualcuno venisse torturato; poi ancora catene contro un muro e rumori.

Il tutto avveniva sempre più frequente, specialmente la notte, nell’ora che calava profonda fino al ricongiungimento dell’alba. Ovviamente gli abitanti di quella casa – non ne potevano più – e tantomeno riuscivano a spiegare il fenomeno – nè avevano voglia di raccontarlo in giro per non passare per matti.

Ma solo loro sapevano cosa passavano. Puntualmente ad ogni alba sentivano queste torture e il singhiozzare di pianti, di dolori e stanchezza di chi era sull’orlo di crepare. Intanto le persone che vivevano in questa abitazione non sapevano come comportarsi.

Una mattina come un’altra i proprietari dell’appartamento accanto, e quelli al piano di giù, iniziarono a lamentarsi e scagliarsi contro i signori della casa dove avvenivano questi strani fenomeni. I proprietari dell’immobile – coscienti che era proprio difficile giustificarsi – non proferivano parola, anche perché difficilmente qualcuno li avrebbe creduti. Così iniziarono a dire che non sarebbe mai più successo e a trovare qualche scusa: che il loro figliolo era malato e, passata la notte dell’ora tarda, rompeva vasi e buttava sul pavimento oggetti di metallo. I vicini di casa credettero alla storia ma chiesero di fare più attenzione perché non riuscivano a dormire con tutti quei rumori.

Ma quella notte sentirono un profumo intenso e videro comparire lentamente un’immagine di un signore con una camicia semiaperta e di colore di pelle un po’ scura, legato ai polsi con delle catene conficcate nelle mura, con le braccia appese, la testa ciondolante e la bava alla bocca. Emetteva qualche parola in lingua straniera ma all’istante si ritirò. A quel punto i padroni della casa diventarono pallidi, tremavano e non credevano ai loro occhi per quanto avevano visto.

Passata l’alba, i proprietari dell’immobile in zona centrale uscirono di casa per parlare con qualcuno della vicenda; si recarono in chiesa e raccontarono tutto ad un sacerdote che impallidì sempre più. Il parroco, dopo aver detto una messa in suffragio dell’anima dannata, si avviò insieme ai proprietari dell’appartamento per benedire tutte le stanze e ogni pezzo di muro della casa. Il sacerdote stette lì delle ore a pregare, e pare che dopo alcuni giorni quello strano fenomeno sparì, risollevando lo spirito di quel poveraccio morto prigioniero nel periodo di guerra.

Voglio precisare che quella casa era disabitata prima di questa storia ed era stata usata come alloggio per i prigionieri durante il periodo peggiore.

di Claudio Castriotta

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Redazione

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