“Made in Rebibbia”: i detenuti di Rebibbia sfilano con abiti realizzati da loro

“Made in Rebibbia” è il progetto che ha visto protagonisti i detenuti del carcere penitenziario di Rebibbia. I sarti-modelli hanno sfilato con abiti realizzati con le loro mani.
Siamo nel cortile dell’Area Verde dell’Istituto penitenziario di Rebibbia, Nuovo Complesso per il progetto “Made in Rebibbia. Il progetto nasce nel 2017 dall’Accademia Nazionale dei Sartori e si conclude nella sfilata dello scorso giugno, in cui alcuni detenuti vestono i panni di sarti-modelli e presentano la loro collezione. Giacche, gilet, pantaloni e cappotti, per un totale di 36 capi di abbigliamento sono stati il frutto di 8 mesi di corso di alta sartoria, in cui hanno imparato a tagliare e cucire dietro le sbarre. Un progetto che va oltre la realizzazione di capi di abbigliamento per la riqualificazione del lavoro sartoriale, che mira al reinserimento sociale. Infatti, l’obiettivo di “Made in Rebibbia” è quello di dare ai detenuti la possibilità di ricominciare, la speranza di un futuro diverso. La loro sofferenza si è tramutata in desiderio di riscatto. In prima fila, c’è Alessia Rampazzi, direttrice “reggente” del carcere, che asserisce: “Non importa quello che hanno fatto ieri, ma quello che faranno domani”.
Non sappiamo se la bellezza salverà il mondo, ma per ora ci basti sapere che ha salvato loro.